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Storia Turismo

Il parco di Vyšehrad: un’oasi di storia, leggende e tranquillità a Praga

Praga è una città straordinaria e romantica, piena di vicoli nascosti, palazzi pomposi in stile liberty, monumenti gotici e neogotici, e chiese barocche sinuose… ma Praga ha anche splendidi parchi pubblici che si integrano perfettamente alla città, offrendo oasi di tranquillità, riflessione e freschezza. Il parco nazionale di Vyšehrad è sicuramente uno dei parchi più importanti della città.

Il parco di Vyšehrad

La storia di Vyšehrad è strettamente legata allo sviluppo delle città di Praga e alla storia della nazione ceca. La imponente roccia, che svetta sul fiume Moldava, ha attirato insediamenti fin dai tempi più antichi ed è diventata oggetto di molte leggende. Tuttavia, la prima prova certa dell’esistenza della fortezza di Vyšehrad risale alla metà del X secolo, quando qui furono coniati i denari del principe Boleslav II. Da allora Vyšehrad ha cambiato più volte funzione e aspetto. È stato un castello reale, per un breve periodo anche residenza del monarca. Divenne una città e poi una fortezza barocca, di cui ha conservato la forma fino ad oggi.

Ho un motivo personale per dedicare questo post a questo parco: una delle mie prime foto da bambino mi ritrae con i miei nonni nel verde di questi prati. Stiamo parlando dei primi anni Settanta, in un contesto che sembra lontanissimo nel tempo (e purtroppo lo è), ma che oggi mi sembra più vicino nella memoria passeggiando per questo parco.

L’areale di Vyšehrad, oltre ad essere uno splendido parco con viste panoramiche mozzafiato, è un monumento culturale di interesse nazionale dove si svolgono eventi, rappresentazioni teatrali, visite guidate e matrimoni. I praghesi di ogni età, specie nei fine settimana primaverili, adorano le passeggiate per questo parco.

Inoltre, è  facilmente raggiungibile attraverso la metropolitana linea C (rossa), dove è presente la fermata di Vyšehrad vicino al centro congressi di Praga 4 .

Il programma culturale di Vyšehrad è ben illustrato nelle pagine web dedicate all´indirizzo https://www.praha-vysehrad.cz/.

Le varie zone del parco

Il parco circonda la Basilica (minor) dei Santi Pietro e Paolo, situata nel centro del parco accanto al cimitero nazionale costruito a partire dal XIX secolo, dove sono sepolte oltre 600 celebrità ceche dei più svariati settori, tra cui Antonin Dvořák, Petr Erben, Milada Horáková, e Karel Hynek Mácha.

La neogotica Basilica di San Pietro e Paolo appare oggi interamente ristrutturata fu concepita nelle attuali fattezze nel corso del XIX secolo, ma da almeno un millennio questo luogo è stato adibito al culto religioso.

Non appena si entra nel parco, è visibile inoltre una splendida chiesta romanica intitolata a San Martino (Rotunda), dove ancora oggi vengono svolti riti ecclesiastici. Si tratta della chiesa più datata presente sul territorio di Praga costruita attorno al 1.100, sopravvissuta a vari eventi che ne hanno anche cambiato anche la destinazione d´uso.

L´areale ha al disotto un complicato sistema di passaggi sotterranei e aree adibite a magazzino in ceco „kasematy“) che complessivamente superano un chilometro di lunghezza. Furono creati per consentire gli spostamenti militari tra le varie zone limitrofe in tempi rapidi.

La sala sotterranea Gorlice è il più grande spazio di questo tipo presente nell´areale, con una superficie di 290 m2 e un’altezza di 12 metri. Fu costruita nel 1656-1678 come sistema di protezione. In caso di minaccia bellica, Gorlice doveva servire come punto di raccolta per le truppe, le munizioni e il deposito di cibo. Nel secolo scorso è servito come rifugio antiaereo oltre che deposito di patate e verdure. Oggi l’area è utilizzata come galleria e dagli anni ’90 ospita sei sculture barocche originali del Ponte Carlo.

Le leggende di Vyšehrad

Ci sono diversi racconti legati alla magia e all’esoterismo di questo luogo.

Čertuv sloup – la colonna del diavolo

La colonna del diavolo si trova in Karlachovy sady, nel giardino accanto alla chiesa principale, dal 1888.

I singoli pezzi sono lunghi da 160 a 240 cm.

Secondo la leggenda, la colonna fu portata qui a seguito di una scommessa fatta dal diavolo con un prete locale: sarebbe stato in grado di portare una colonna della cattedrale di San Pietro di Roma prima che il sacerdote finisse la messa. 

In realtà, la colonna del diavolo apparteneva alle colonne di sostegno della volta della chiesa originaria (oggi scomparsa) di San Pietro e Paolo a Vyšehrad. Nel 1503, tuttavia, accadde un fatto strano: la colonna si ruppe improvvisamente e crollò sul pavimento della chiesa abbattendo una volta. Fortunatamente, questo episodio avvenne in un momento in cui nessuno si trovava nella chiesa. Peraltro, a seguito di ulteriori analisi, si é scoperto che non si tratta dello stesso tipo di colonna, ma si tratterebbe di due colonne diverse. La pietra non sarebbe originaria della città di Praga, ma sarebbe originaria della cava di Krhanice, vicina a Kamenný Přívoz sul fiume Sazava, a circa 50 chilometri a Sud della capitale.

Libuše e il tesoro nascosto

La principessa Libuše – la storica regina che avrebbe dato origine alla dinastia dei Přemyslovci, i primi re boemi – avrebbe profetizzato proprio dalle alture di Vyšehrad la nascita e la fama di Praga „città, la cui gloria avrebbe toccato le stelle“.

Il fantasma della famosa principessa, sotto forma di una dama bianca, apparirebbe ancora nell´areale. Si dice che custodisca i suoi tesori nascosti nella roccia sottostante insieme a un grosso cane nero. I due a volte posano lo sguardo su Praga dall’alto delle mura di Vyšehrad per vedere lo stato di salute odierno della città.

I demoni di Vyšehrad

Si dice che un demone sia imprigionato nella montagna assieme a immense ricchezze in attesa che qualcuno trovi la maniera di spezzare la catena magica che lo tiene imprigionato. Sarebbe presente una caverna piena di immense ricchezze e tesori, in coincidenza della chiesa principale. Chiaramente questa leggenda potrebbe richiamare la sala Gorlice a cui ho acennato in precedenza, che effettivamente esiste.

I cavalieri

La leggenda del cavaliere Bruncvík racconta di un viaggio avventuroso per guadagnare un simbolo del suo coraggio e della sua virtù. Dopo molte peripezie, ottenne una spada magica da un leone che aveva aiutato. La leggenda narra che la spada fu nascosta nelle mura di Vyšehrad e che Bruncvík tornerà a reclamarla in un momento di grande bisogno per il regno boemo.

Infine, è presente nella memoria collettiva ceca il salto fatto dalle alte mura di Vyšehrad alla Moldava dal nobile cavaliere Horymir sul cavallo Šemik che lo portò alla salvezza dalla morte certa e dalle false accuse di tradimento. Per questo gesto eroico, Horymir fu graziato.

* * *

In conclusione, mi sento di suggerire di inserire la passeggiata per il parco di Vyšehrad sia per ritrovare un momento di tranquillità e riflessione, sia per uscire dai circuiti super tradizionali di percorsi praghesi oggi pieni di turisti. In ogni stagione questo posto è incantevole, ma i periodi primaverili e autunnali sono particolarmente consigliati.

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Arte Turismo

Il teatro a Praga non è semplicemente un’arte

Praga è famosa per il suo patrimonio culturale ricco e un’atmosfera unica che attrae visitatori da tutto il mondo. Ma ciò che rende Praga veramente speciale non è solo la sua bellezza architettonica o le strade vivaci piene di storia; è anche il suo profondo legame con il teatro. Il teatro a Praga non è semplicemente un’arte; è una parte viva dell’anima della città, un ponte tra il passato e il presente che ci permette di intravedere la ricchezza della cultura ceca. Il ruolo del teatro ha anche una valenza sociale, non a caso le voci del dissidio al regime comunista si originavano in questi ambienti. Anche la famosa Rivoluzione di Velluto del 1989 ha visto l’affiancamento degli attori teatrali agli studenti fin dai primi momenti. Non a caso, il primo presidente democratico fu Václav Havel, di professione drammaturgo.

L’etimologia della parola “teatro ”  in ceco “divadlo” può essere tracciata fino alla radice proto-slava, che si riferisce all’atto di vedere o guardare. Questo termine è correlato al verbo ceco “dívat se”, che significa “guardare”.

Nell’antica lingua slava, il termine per indicare lo spettacolo o il teatro aveva connotazioni legate all’osservazione e alla visione. Con il tempo, questo concetto si è evoluto per includere non solo l’atto di vedere, ma anche il luogo in cui gli spettacoli venivano presentati al pubblico. Così, “divadlo” è venuto a designare non solo l’azione di assistere a uno spettacolo, ma anche il luogo fisico in cui si svolgono le rappresentazioni teatrali.

Il teatro ha radici profonde nella storia di Praga, essendo un elemento centrale della vita culturale cittadina per secoli. Dai tempi del Rinascimento, quando le rappresentazioni teatrali erano appannaggio delle corti reali, fino all’era moderna, il teatro a Praga ha continuato a evolversi, diventando uno specchio dei cambiamenti sociali, politici ed estetici che hanno attraversato la città e la nazione.

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La scena teatrale di Praga non solo arricchisce culturalmente la città, ma funge anche da importante veicolo di espressione linguistica e creativa. Attraverso il teatro, storie universali e questioni contemporanee trovano voce, permettendo agli spettatori di esplorare nuove prospettive e connessioni emotive.

Inoltre, i teatri di Praga giocano un ruolo cruciale nel sostenere il turismo e l’economia locale. Le stagioni teatrali attraenti portano nella città un flusso costante di visitatori, felici di immergersi nella sua offerta culturale unica. Allo stesso tempo, il teatro offre alla comunità locale uno spazio per il dialogo culturale e la riflessione, rafforzando il tessuto sociale di Praga.

I teatri praghesi piú importanti

Praga vanta una varietà di teatri storici e moderni che offrono un ampio spettro di esibizioni, dalla tradizionale opera e balletto, al dramma moderno e sperimentale. Ecco i tre più importanti:

Teatro Nazionale (Národní divadlo)
  • Storia: Icona culturale ceca, il Teatro Nazionale è un simbolo di identità nazionale e di orgoglio, inaugurato nel 1881.
  • Si ricorda che il teatro a fine Ottocento fu danneggiato da un rovinoso incendio ma prontamente il popolo volle ricostruire questo luogo alla base della identità nazionale ceca.
  • Spettacoli: È rinomato per le sue produzioni di opere, balletti e drammi di alta qualità.
  • Sito Web: narodni-divadlo.cz
  • Indirizzo: Národní 2, 110 00 Praha 1

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Teatro degli Stati (Stavovské divadlo)
  • Storia: Conosciuto per essere il teatro dove Mozart diresse la prima di “Don Giovanni” nel 1787, conserva un’atmosfera storica unica.
  • Spettacoli: Ospita una varietà di opere, balletti e pezzi teatrali classici.
  • Sito Web: estatestheatre.cz
  • Indirizzo: Železná, 110 00 Staré Město

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Opera di Stato di Praga (Státní opera Praha)
  • Storia: Aperta nel 1888 come Nuovo Teatro Tedesco, è un pezzo importante del patrimonio culturale di Praga.
  • Spettacoli: Famosa per le sue produzioni operistiche e concerti.
  • Sito Web: statniopera.cz
  • Indirizzo: Wilsonova 4, 110 00 Praha 1

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Visitare i teatri di Praga non è semplicemente passare una serata fuori; è un’immersione in un mondo di tradizione, innovazione e bellezza senza tempo. Ecco alcune ragioni per cui i teatri di Praga meritano un posto d’onore nel vostro itinerario:

Tradizione e Innovazione

I teatri di Praga sono testimoni viventi della storia culturale ceca, custodendo tradizioni secolari. Allo stesso tempo, sono all’avanguardia nell’esplorare nuove forme d’arte e performance sperimentali, offrendo una fusione unica di classico e contemporaneo.

Varietà di Spettacoli

Con un’offerta che spazia dalla classica opera e balletto a drammi moderni e teatro sperimentale, c’è sempre qualcosa che può catturare l’interesse di tutti. Che siate appassionati di storie classiche o in cerca di nuove esperienze artistiche, i teatri di Praga vi accoglieranno a braccia aperte.

Esperienza Culturale Autentica

Assistere a uno spettacolo in uno dei teatri storici di Praga offre un’opportunità unica di connettersi con l’essenza culturale della città. È un modo per vivere la storia e l’arte ceche in maniera autentica e memorabile.

Architettura Impressionante

Oltre agli spettacoli, l’architettura dei teatri di Praga è di per sé degna di ammirazione. Dall’opulento stile barocco al modernismo elegante, i teatri sono capolavori architettonici che raccontano la storia della città anche attraverso i loro muri.

Accoglienza Internazionale

Molti teatri offrono sottotitoli in inglese per le loro produzioni principali o programmi in lingua inglese, rendendo l’esperienza accessibile ai visitatori internazionali. Questa accoglienza rende facile per tutti godere della magia del teatro praghese.

Il teatro a Praga è più di una forma d’arte; è un pilastro della cultura e dell’identità della città, un ponte che collega il passato glorioso di Praga al suo presente vibrante e dinamico. Esplorare i teatri di Praga significa immergersi in un mondo di storie, emozioni e bellezza, offrendo un’esperienza culturale profonda e arricchente.

Personalmente adoro i teatri estivi, all’aperto. Sono splendidi gli spettacoli dedicati alle opere di Schakespeare nell´ambito del festival estivo denominato Shakespearovské slavnosti. Questo splendido festival si tiene anche nelle città di Brno e Ostrava.

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Storia

Carlo IV: L’imperatore boemo, mecenate e filosofo del XIV secolo

In Repubblica Ceca, Carlo IV viene considerato dalla opinione pubblica il padre della patria e vince tutte le classifiche che periodicamente riportano i personaggi cechi ritenuti più importanti. Si tratta di un simbolo intoccabile, ammirato e certamente anche idealizzato.

Re della Boemia, poi successivamente Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo IV ha lasciato la sua impronta indelebile nella storia boema, sia per la sua enorme intelligenza politica e culturale che gli ha permesso di raggiungere obbiettivi che varcano i confini di una singola regione, sia per l’ampia visione delle istituzioni realizzate e per la grandezza dei monumenti concepiti nel suo periodo di regno. È proprio negli anni della sua reggenza che Praga ha gettato le basi per divenire una delle più belle capitali del mondo.

Chi è Carlo IV – istruzione e ascesa al potere

Carlo IV. (nato a Praga il 14.5.1316 e deceduto sempre a Praga il 29.11.1378) apparteneva al casato dei Lussemburgo: figlio di Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia deceduto in battaglia nel 1346, e della regina Elisabetta Premysl, figlia del re di Boemia, Polonia e Ungheria Venceslao III, ultimo della dinastia dei Premysl.

Educato in Francia, viene ricordato per la grande intelligenza e cultura, acquisita fin da bambino. Parlava correttamente cinque lingue e fu un grande viaggiatore. In effetti, a differenza di molti dei suoi contemporanei, Carlo IV viaggiò per tutta l’Europa. Questi viaggi non erano solo di natura diplomatica ma servivano anche per acquisire conoscenze, reliquie e ispirazione per il suo regno. La sua esperienza diretta con diverse culture e sistemi politici influenzò profondamente le sue politiche e la sua visione di governo.

Carlo IV è stato anche un abile diplomatico e stratega politico. La sua politica estera fu incentrata sulla stabilizzazione e l’espansione dell’influenza del Sacro Romano Impero e della Boemia. Stabilì alleanze attraverso una serie di matrimoni strategici per i suoi figli e per sé stesso, consolidando così il potere della sua dinastia in Europa.

Aveva un profondo interesse per l’astrologia e la numerologia, che influenzarono la scelta della data per la sua incoronazione come re di Boemia. Si dice che abbia scelto il giorno e l’ora specifici basandosi su calcoli astrologici per assicurarsi il maggior favore celeste possibile.

Carlo IV era inoltro noto per la sua devozione religiosa e per aver raccolto una notevole quantità di reliquie sacre. Inoltre, fece creare la Corona di San Venceslao, parte delle Insegne del Regno di Boemia, considerata uno dei tesori più preziosi del paese.

Si dice che la corona sia così sacra che solo i re di Boemia (e più tardi i presidenti cechi) avevano il diritto d’indossarla, e solo in occasioni particolarmente solenni. I tesori della corona sono conservati presso la cattedrale di San Vito, al castello di Praga, ma non sono accessibili e visitabili se non in occasioni straordinarie.

Contesto storico durante il regno di Carlo IV

Nel corso del XIV secolo si iniziarono a delineare i primi stati sovrani europei – per lo piú monarchici – che avrebbero dominato nei secoli successivi (Francia, Spagna, Inghilterra, Germania). L’Italia viceversa era divisa in signorie, Stato Pontificio e Regno di Napoli e Sicilia in un contesto piuttosto conflittuale e fatto di alleanze con ingerenze anche straniere. L’Euro

La Peste Nera, conosciuta anche come la Grande Pestilenza, fu un’epidemia devastante che colpì l’Europa nel XIV secolo, precisamente tra il 1347 e il 1351. È stata una delle malattie più letali nella storia umana e si stima che abbia ucciso tra i 75 e i 200 milioni di persone, cancellando circa un terzo della popolazione europea dell’epoca.

Le conseguenze della Peste Nera furono enormi, non solo in termini di perdite umane, ma anche per l’impatto sociale, economico e culturale sull’Europa medievale. La riduzione drastica della popolazione portò a carenze di manodopera, aumenti dei salari per i sopravvissuti, rivolte contadine e una profonda crisi delle strutture sociali ed economiche dell’epoca. Inoltre, la peste contribuì a un cambiamento nel panorama religioso e culturale, con un aumento della devozione e della ricerca di espiazioni per i peccati, vista da molti come causa della malattia.

Nei centri urbani si osservava il coprifuoco, che imponeva la chiusura di taverne e l’accesso alle città e strade con catene. I crimini notturni venivano puniti con maggiore severità rispetto a quelli diurni.

Durante il periodo di Carlo IV, la legge era specifica per ogni stato sociale. Solo i tribunali della Chiesa potevano giudicare gli ecclesiastici, esclusi dal giudizio dei tribunali laici eccetto che per le questioni legate ai beni. I nobili erano regolati dalle leggi locali e, in Boemia e Moravia, potevano essere giudicati esclusivamente nei tribunali locali. Per i cittadini delle città era in vigore una legislazione particolare. Le normative legali differivano da una città all’altra, ma generalmente seguivano o la legge di Norimberga o quella di Magdeburgo nel XIV secolo. Il re era considerato intoccabile dalla legge, non soggetto a giudizio. Carlo IV si vedeva come un monarca designato divinamente, con il potere di creare decreti e leggi grazie al suo status imperiale.

Carlo IV mecenate e promotore culturale

Carlo IV, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Boemia, è celebrato come uno dei più grandi mecenati del Medioevo, il cui regno segnò un’epoca di straordinario sviluppo culturale e artistico. La sua passione per le arti, l’architettura e l’istruzione trasformò Praga in uno dei centri culturali più importanti d’Europa, attirando artisti, architetti, studiosi e pensatori da tutto il continente.

Inoltre, Carlo IV fu un sostenitore delle scienze e della letteratura, promuovendo la traduzione di importanti opere religiose e filosofiche e sostenendo la creazione di manoscritti illuminati, che contribuirono alla conservazione e alla diffusione della conoscenza in un’epoca dominata da conflitti e incertezze.

L’Università Carolina

Nel 1348, Carlo IV fondò l’Università Carolina di Praga, la prima università nell’Europa centrale e la più antica università ancora in funzionamento nella Repubblica Ceca. Questo atto non solo rafforzò il prestigio di Praga e della Boemia ma creò anche un importante centro di apprendimento e cultura che attirava studenti da tutta Europa.

Codex Carolina

la “Constitutio Criminalis Carolina”, nota anche come “Carolina”, che è un corpo di legge criminale dell’Impero tedesco promulgata nel 1532 sotto l’imperatore Carlo V. La Carolina è riconosciuta come il primo corpo di legge criminale comune per il Sacro Romano Impero e rappresentava un tentativo di unificare le diverse pratiche legali esistenti all’epoca. Includeva regolamenti su procedimenti legali, prove e pene, stabilendo un importante precedente per la codificazione del diritto penale in Europa.

La bolla d´oro del 1356

La Bolla d’Oro del 1356 fu emessa dall’Imperatore Carlo IV e rappresenta uno dei documenti costituzionali più importanti del Sacro Romano Impero. Aveva lo scopo di organizzare il sistema elettorale imperiale, stabilendo procedure precise per l’elezione del Re dei Romani, che sarebbe poi diventato l’Imperatore del Sacro Romano Impero, se coronato dal Papa. Questo documento codificava il numero e l’identità dei principi elettori, che includevano tre arcivescovi e quattro principi secolari, garantendo loro esclusivi privilegi e poteri. La Bolla d’Oro mirava a prevenire conflitti successori e stabilizzare il sistema politico dell’impero, consolidando il potere nelle mani delle famiglie principesche dominanti.

I contributi architettonici di un urbanista visionario

Il Ponte Carlo, uno dei simboli più riconoscibili di Praga, porta il suo nome. Questo ponte gotico fu commissionato da Carlo IV e la sua costruzione iniziò nel 1357 sotto la supervisione dell’architetto Petr Parléř. Si dice che Carlo IV abbia scelto personalmente la posizione e il design del ponte, basandosi anche qui su calcoli astrologici per determinarne l’inizio esatto della costruzione.

In generale Carlo IV trasformò Praga in una delle città più splendide del suo tempo. È considerato il “padre” della Nuova Città di Praga, che fondò nel 1348. Questa espansione significativa della città mostrava la sua visione urbanistica, anticipando un aumento della popolazione e la necessità di spazi per mercati, residenze e chiese.

L’imperatore si dedicò anche alla costruzione e al restauro di numerose chiese, monasteri e castelli, arricchendo la Boemia e i territori circostanti con capolavori dell’architettura gotica.

Carlo, insieme al padre Giovanni e al fratello Giovanni Enrico, posa la prima pietra della nuova cattedrale gotica di San Vito. Essa sorgerà sul sito della precedente basilica e di una rotonda ancora più antica. Dopo il costruttore Mattia d’Arras, la cattedrale viene costruita dal brillante architetto Petr Parléř, di soli ventitré anni. La cattedrale completa sarà terminata solo quasi 600 anni dopo, nel 1929.

Infine, come non menzionare il castello dedicato a Carlo IV: Karlštejn, a circa 20 km da Praga, meta turistica dei tempi moderni ambitissima. Carlo fondò il Castello di Karlštejn a partire dal 1348, dove dovevano essere conservati i gioielli della corona imperiale (in seguito anche ceca) e molte preziose reliquie che Carlo aveva raccolto nel corso della sua vita.

Il muro della fame

Il Muro della Fame, Hladová zeď in ceco, è un’antica fortificazione situata a Praga, la cui costruzione è tradizionalmente attribuita a Carlo IV, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Boemia. Questo muro, eretto nella metà del XIV secolo, è avvolto da leggende e storie che riflettono la complessa storia sociale ed economica di Praga durante il regno di Carlo IV.

La costruzione del Muro della Fame iniziò nel 1360 o 1361, in un periodo di relativa pace, ma durante il quale la Boemia stava affrontando gravi problemi economici e carestie. Secondo la leggenda, Carlo IV ordinò la costruzione di questo muro per due motivi principali: rafforzare le difese della città e, contemporaneamente, fornire lavoro ai cittadini di Praga che stavano soffrendo la fame, da qui il nome “Muro della Fame”.

Il Muro della Fame era parte di un più ampio sistema difensivo intorno a Praga. Si estende per circa 4 chilometri, dal quartiere di Malá Strana fino alla collina di Petřín. Il suo scopo principale era difensivo, progettato per proteggere la città dagli attacchi esterni. Tuttavia, la sua costruzione servì anche come misura di soccorso economico, impiegando i cittadini poveri e disoccupati. La costruzione del muro è vista come un esempio precoce di “lavoro pubblico” destinato a mitigare le difficoltà economiche.

Carlo IV e l´Italia

Diversi luoghi italiani e in diversi periodi storici hanno visto il passaggio di Carlo IV.

il piccolo borgo toscano di Montecarlo, in Toscana, nei pressi di Lucca, ha una origine medioevale. Montecarlo deve la sua nascita proprio all´imperatore Carlo IV, che nel 1333 fortificò la rocca rendendola un presidio militare strategico durante le guerre del XIV secolo fra Lucca e Pisa, tanto da liberare Lucca dall’occupazione dei pisani.

Nel 1331, il giovane Carlo, quindicenne, venne inviato in Italia per difendere la signoria di Lussemburgo nell’Italia settentrionale. Poco dopo l’arrivo a Pavia, a Pasqua, si assiste a un tentativo di avvelenarlo. Carlo sfugge alla morte digiunando, ma parte del suo seguito perde la vita.

Nell’ottobre del 1332 il giovanissimo Carlo, alla testa di un esercito di almeno cinquemila soldati, vinse la sua prima battaglia a San Felice sul Panaro, vicino Modena, sconfiggendo una coalizione formata dagli Estensi, dagli Scaligeri e dai Gonzaga. La vittoria in quella battaglia avvenne nel giorno di Santa Caterina, santa alla quale Carlo rimase molto devoto per tutta la vita.

Nel 1355 Carlo riceve la corona lombarda a Milano in gennaio e, soprattutto, viene incoronato con la corona imperiale a Roma a Pasqua. La situazione in Italia è complicata: alla cerimonia d’incoronazione non partecipa il Papa, ma solo il cardinale Pierre de Colombiers. Sulla via del ritorno, Carlo sfugge nuovamente alla congiura di Pisa, salvandosi di notte dal palazzo in fiamme.

Le corrispondenze epistolari e gli incontri con Francesco Petrarca

Francesco Petrarca, poeta illustre del Trecento italiano, ebbe diversi scambi epistolari con Carlo IV e si incontrarono personalmente almeno tre volte nel corso di quasi un ventennio. Petrarca vedeva l´imperatore come una persona illuminata, che avrebbe potuto restaurare la grandezza romana.

In effetti, varie lettere di Petrarca a Carlo IV tra il 1351 e il 1365, contenevano l´esortazione all´imperatore a scendere in Italia per risolvere i problemi politici che avevano frammentato l´Italia. Lo stile di scrittura utilizzato era ricco di citazioni storiche e di lodi, seppure non mancassero anche critiche dirette alla scarsa azione dell´imperatore.

Nel 1356 Petrarca visitò Praga per oltre 20 giorni in missione per conto di Visconti. Fu accolto calorosamente dalla comunità e Carlo IV lo nominò conte palatino.

Tuttavia, le aspettative di Francesco Petrarca non si realizzarono e indubbiamente portarono una certa delusione nel sommo poeta che terminò le sue corrispondenze nel 1365. Probabilmente aveva idealizzato la figura del sovrano, che in realtà non aveva particolari intenzioni belligeranti nella penisola italiana ritenendola probabilmente poco interessante dal punto di vista strategico.

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A oltre sette secoli dalla nascita di Carlo IV, le gesta e i lasciti culturali dell’imperatore hanno creato un segno indelebile nella storia europea e soprattutto ceca. Colpisce la visione a lungo termine delle riforme e dei provvedimenti attuati, oltre al patrimonio architettonico ideato.

Carlo IV si può definire come un visionario, che a buona ragione è un esempio per tutte le generazioni passate, presenti e future.

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Turismo

Visitare Praga con i mezzi pubblici: affascinante!

Praga, con i suoi spettacolari paesaggi urbani e la ricchezza storica, è una città che affascina e invita all’esplorazione. Ma oltre ai suoi monumenti e alla sua storia, Praga si distingue anche per un aspetto molto pratico e quotidiano: il suo eccezionale e organizzato sistema di trasporto pubblico. Per chiunque visiti la città, comprendere e sfruttare i mezzi pubblici può trasformare completamente l’esperienza di viaggio, rendendola più interessante, accessibile e immersiva.

Una vasta rete integrata

Il sistema di trasporto pubblico di Praga è noto per essere uno dei più efficienti e convenienti in Europa. Gestito dalla Dopravní podnik hlavního města Prahy (DPP), offre una rete integrata di metropolitana, tram, autobus, treni e persino funicolari e traghetti, coprendo ogni angolo della città e i suoi dintorni. Che si voglia raggiungere il maestoso Castello di Praga, perdersi nelle vie storiche di Mala Strana o esplorare i moderni quartieri al di fuori del centro, si trova sempre una linea di trasporto pubblico che porta a destinazione.

La metropolitana rapida, puntuale e semplice da utilizzare

La metropolitana di Praga, in particolare, è un capolavoro di efficienza. La prima linea fu inaugurata negli anni Settanta dello scorso secolo.

Il progetto della metropolitana praghese si inizió a discutere ancora verso la fine dell´Ottocento.

Divisa in tre linee principali – A (verde), B (gialla) e C (rossa) – copre le aree cruciali della città, facilitando l’accesso alle principali attrazioni e zone commerciali. Complessivamente misura 65 chilometri.

Le stazioni, spesso decorate con design innovativo, sono pulite, sicure e facili da navigare, anche per chi non parla ceco.

La quarta linea: metro D – la costruzione è già iniziata

La linea blu, collegherà il settore meridionale di Praga con il centro. Il nuovo capolinea sarà Depot Písnice e verranno create due nuove stazioni di trasferimento: prima Pankrác e poi Náměstí Míru. Si prevedono treni leggeri e automatizzati senza conducente, che saranno in grado di transitare completamente in senso longitudinale, e stazioni moderne con porte scorrevoli di sicurezza tra la piattaforma e il treno. In futuro è prevista la possibilità di estendere la linea fino a Žižkov o di ramificarla verso la zona Modřany.

I carri armati sul ponte di Nusle

I primi metró a circolare nella metropolitana di Praga sono stati quelli della metropolitana di Mosca, in servizio negli anni Cinquanta. Tuttavia, nella progettazione non si tenne conto del peso elevato dei treni sovietici, per i quali la metropolitana di Praga non era stata costruita. È stato quindi necessario inserire frettolosamente una speciale griglia di rinforzo nel ponte di Nusle sulla Magistrala, attraverso il quale passa la metropolitana. Per verificare se il “Nuselák” appena modificato fosse in grado di sopportare il carico dei treni, fu effettuato un test con l’aiuto di 66 carri armati“parcheggiati” sul ponte in contemporanea.

Ho dedicato uno specifico post ai cambi avvenuti dopo il 1989 nelle denominazioni di vie, piazze e stazioni della metropolitana.

Il sistema integrato dei tram e degli autobus per accedere ovunque

I tram di Praga offrono una maniera scenografica di attraversare la città, con linee che attraversano il centro storico e oltre. Operativi da oltre un secolo, i tram non solo rappresentano un mezzo di trasporto efficiente ma anche un’attrazione storica.

Gli autobus, d’altra parte, servono principalmente le zone periferiche non coperte dalla metropolitana o dai tram, assicurando che nessuna parte della città sia inaccessibile.

In generale colpisce la puntualità dei mezzi pubblici e l’organizzazione complessiva rende l’utilizzo di un’auto privata nel centro storico come un fatto del tutto anacronistico e piuttosto dispendioso.

Le curiosità relative ai tram praghesi ed alcune chicche turistiche

Linea storica del tram 23

La linea tramviaria n. 23 è gestita tramite i tram storici del tipo Tatra T2, T3 e T6, non più in servizio regolare a Praga. La linea è attiva tutto l’anno dalle 8:30 alle 19:00 circa, con un intervallo di 30 minuti (nei fine settimana, durante le vacanze, l’intervallo è di 15 minuti). Sulla linea sono validi i normali i normali biglietti PID.

Le linee turistiche 41 e 42

Le linee turistiche del tram 41 e 42 operano nei fine settimana e durante le festività statali, dalle 10:00 alle 18:00. La linea 41 funziona solo dalla primavera all’autunno, mentre la linea 42 è attiva tutto l’anno. Entrambe le linee richiedono un tariffario speciale e NON accettano i biglietti standard PID. Ulteriori dettagli sono disponibili sul sito del Trasporto Pubblico di Praga, l’operatore di entrambe le linee.

Le linee notturne

Praticamente conosciute da chiunque abbia bazzicato di notte per Praga, Le linee tram notturne da 91 a 99 servono i passeggeri dalle 00:00 alle 05:00 con frequenze di 30 minuti. La fermata Lazarská funge da hub centrale per tutti i tram notturni.

La funicolare di Petřín

La funicolare per Petřín è una popolare attrazione turistica. È integrata nel sistema PID, ma non tutti i documenti di viaggio PID sono accettati. La stazione della funicolare è raggiungibile con le linee di tram 9, 12, 15, 20, 22 e 23 e si raggiunge dalla stazione di Újezd. La funivia è aperta tutto l’anno con un intervallo di 10 minuti in alta stagione (15 minuti in bassa stagione). La funivia non è al momento accessibile ai disabili.

In primavera e in autunno è prevista una chiusura tecnologica periodica di tre settimane.

Un biglietto non trasferibile (per una corsa) costa 60 CZK. Le tariffe scontate non sono previste. Sono previste alcune deroghe per i biglietti che hanno durata a partire dalle 24 ore.

Cosa vi aspetta in cima

A Petřín vi aspettano altre attrazioni e luoghi di interesse. Si puó salire sulla Torre panoramica di Petřín per godere di una vista mozzafiato su Praga. Nelle vicinanze è possibile entrare nel labirinto di specchi. Sul pendio di Petřín c’è un grande parco e innumerevoli giardini dove si possono scoprire vari angoli romantici o il famoso Muro della fame costruito dall’imperatore Carlo IV. Per gli amanti del cielo e dei sistemi stellari, le porte dell’osservatorio storico Stefanikova sono aperte.

I prezzi dei biglietti per i mezzi pubblici a Praga

Ecco una tabella riassuntiva in italiano sui biglietti singoli per Praga (indicati anche come biglietti PID ossia della Prazska Integrovana Doprava):

DurataPrezzo InteroPrezzo Ridotto
30 min30 CZK15 CZK
90 min40 CZK20 CZK
24 ore120 CZK60 CZK
72 ore330 CZK
Tariffe attualizzate al 1/1/2024

Il prezzo intero si applica dai 15 ai 60 anni.

Il prezzo ridotto è per gli anziani dai 60 ai 65 anni con un documento valido che ne attesti il diritto.

I biglietti da 30 e 90 minuti non sono validi per il funicolare di Petřín.

Un biglietto singolo speciale per la funicolare può essere acquistato per 60 CZK alla stazione della funicolare.

L’uso dei biglietti da 24 ore, 72 ore o gli abbonamenti include il viaggio sulla funicolare.

Acquistare i biglietti per i mezzi pubblici è semplice e conveniente.

Sono disponibili varie opzioni che si adattano alle esigenze di tutti, dai biglietti singoli validi per brevi spostamenti agli abbonamenti giornalieri, settimanali o mensili che offrono accesso illimitato alla rete.

I biglietti possono essere acquistati presso le macchine automatiche, i chioschi, online o tramite app mobile, rendendo il processo il più semplice possibile.

Un viaggio sostenibile

Utilizzando i mezzi pubblici di Praga, si ha l’opportunità di esplorare la città in modo efficiente e si contribuisce anche alla sostenibilità ambientale. La DPP si impegna costantemente per ridurre l’impatto ecologico dei suoi servizi, promuovendo un modo di esplorare Praga che sia rispettoso dell’ambiente.

Esplorare Praga attraverso i suoi mezzi pubblici offre una prospettiva unica sulla città, permettendoti di immergerti nella vita quotidiana dei praghensi mentre ti muovi facilmente da un’attrazione all’altra.

Che tu sia un turista alla ricerca di avventure o un abitante locale che cerca di navigare la città, il sistema di trasporto pubblico di Praga ti supporterà in ogni tuo spostamento, testimoniando l’efficienza e l’accessibilità che lo rendono uno dei migliori in Europa.

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Arte Turismo

Le sculture Pegasus di David Černý

La scultura Pegasus di David Černý è presente all’aeroporto dal 2023.

Pegaso, il cavallo alato mitologico, simbolo della elevazione sovranaturale, della ricerca di libertá e dell’intuizione, rivive in questa immagine moderna che l’artista ci ha voluto proporre anche per ricordare una storia industriale gloriosa da non dimenticare.

Pegasus presso l´aeroporto di Praga

La prima versione dell’opera, per mezzo cavallo e per mezzo motore meccanico, risale al 1991.

Il motore che movimenta l’elica é il Walter Pegas – motore storico recuperato dai musei militari – prodotto dalla impresa Motorlet meglio conosciuta come Walter a.s., una azienda praghese che nella prima metá del secolo scorso fu all’avanguardia tecnologica nella produzione meccanica.

Oggi questa realtá purtroppo non esiste più. La zona industriale dove si collocavano gli stabilimenti è stata convertita in un quartiere residenziale, denominato Waltrovka sviluppato dal developer Penta Investments.

Proprio nel piazzale di questo areale, sono collocate altre tre opere Pegas di David Černý, concepite assieme all’architetto Jakub Ciegler per ricordare il passato dell’areale e la gloriosa storia industriale della Walter, che produsse anche automobili e motocicli oltre ai menzionati motori per l’aviazione.

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Arte Turismo

EMBRYO di David Černý: un embrione di cultura e creatività in Praga 1

In un suggestivo angolo di Praga 1, quasi nascosta, la scultura ‘Embryo’ di David Černý si attacca con audacia ad una grondaia su un edificio, proprio vicino al rinomato teatro Na zábradlí (Divadlo Na zábradlí, Anenské náměstí, Praha 1).

Questa posizione non è casuale: ‘Embryo’ non è solo un’opera d’arte che cattura l’attenzione dei passanti, ma è anche un omaggio alla storia culturale di Praga. Installata per commemorare il 50° anniversario del teatro nel 2008, la scultura crea un ponte tra l’arte visiva contemporanea e il ricco patrimonio teatrale della città.

Il teatro Na zábradlí, un pilastro della scena culturale praghese, è conosciuto per la sua programmazione innovativa e il suo spirito sperimentale.

In questo contesto, ‘Embryo’ rispecchia perfettamente l’ethos del teatro: sfidare, esplorare e stimolare. La sua presenza non è solo un’espressione artistica ma diventa un simbolo di celebrazione e riflessione sul passato, presente e futuro dell’arte e della cultura a Praga. Sulle pagine web di Černý, si specifica che „la notta emana luce, e dipende dalla vostra immaginazione da cosa vorrete vedere “.

L’opera di Černý, audace e talvolta controversa, come sappiamo dalle numerose opere che ha realizzato. Con ‘Embryo’, offre una visione dell’inizio della vita in una forma che evoca un feto umano. Di giorno, la sua struttura in plastica trasparente cattura la luce naturale in modi sorprendenti, mentre di notte si trasforma, illuminandosi per creare un’atmosfera quasi surreale. Naturalmente non sono mancate le critiche a questa opera contestando il cattivo gusto della immagine trasmessa, che non avrebbe nulla di artistico.

Da quando è stata installata nel 2008, ‘Embryo’ è diventata un punto di riferimento significativo, non solo per i cittadini di Praga ma anche per i visitatori di tutto il mondo. La sua ubicazione insolita e il design intrigante non solo attirano l’attenzione ma stimolano discussioni e interpretazioni variegate.

L’aspetto più affascinante di ‘Embryo’ è forse il modo in cui riesce a connettersi con il pubblico. Non si tratta solo di una scultura da ammirare da lontano; è un’opera d’arte che invita gli spettatori a interagire con essa, a riflettere sul significato della vita e sulla nostra esistenza. In un mondo dove l’arte contemporanea spesso sfida le convenzioni e cerca di stabilire un dialogo con il suo pubblico, ‘Embryo’ di David Černý rappresenta un esempio di come l’arte possa essere allo stesso tempo provocatoria, stimolante e profondamente significativa.

Per chiunque visiti Praga, ‘Embryo’ non è solo un’opera d’arte da vedere; è un’esperienza che invita a riflettere, a interrogarsi e, forse, a vedere il mondo da una prospettiva leggermente diversa. Sappiamo che le opere di David Černý non sono mai banali e vengono appositamente concepite per creare una discussione e suscitare anche delle critiche.

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Politica Storia

Le defenestrazioni di Praga

La storia della città di Praga, porta inevitabilmente a parlare delle defenestrazioni.

Defenestrare significa letteralmente lanciare dalla finestra, e secondo l´Academic Dictionary of Contemporary Czech, si tratta „del lancio di una o più persone, di solito di alto rango, da una finestra“.

La prima defenestrazione del 1419

La prima importante defenestrazione risale al 30 luglio 1419, quando circa una decina consiglieri comunali praghesi contrario ai riformisti hussiti, furono lanciati da questi dalle finestre del comune (Novoměstská radnice, in Karlovo Náměstí) dato che si rifiutavano di liberare alcuni prigionieri appartenenti al movimento riformista in questione.

La defenestrazione del luglio 1419 è generalmente considerata come inizio delle guerre hussite che si trascinarono per circa un ventennio. Portarono miseria, villaggi bruciati, chiese e monasteri saccheggiati, migliaia di morti e diedero al regno ceco la poco lusinghiera etichetta di terra di eretici.

Il movimento hussita aveva origine dalle prediche dell’eroe nazionale boemo Jan Hus, morto sul rogo come eretico nel 1415 per condanna della Chiesa cattolica, che si trascinarono per circa un ventennio. Portarono miseria, villaggi bruciati, chiese e monasteri saccheggiati, migliaia di morti e diedero al regno ceco la poco lusinghiera etichetta di terra di eretici. Jan Hus, in particolare, proponeva di riformare la Chiesa cattolica per un ritorno ai principi morali delle origini, e non volte a cumulare ricchezza e potere. In tal senso, i movimenti hussiti continuarono a propagare questi valori. In quel periodo, il padre spirituale fu Jan Želivský, che si contrapponeva alle idee dell’allora re di Boemia Venceslao IV.

Le Seconda Defenestrazione di Praga del 1483: Un Turbamento Religioso e Politico

Le tensioni religiose che agitavano la città di Praga nel XV secolo raggiunsero il loro apice con la Seconda Defenestrazione, un tragico evento che ebbe luogo il 24 settembre 1483 sotto il regno del re Vladislav Jagiellon. La lotta tra i cattolici, sostenitori del papato, e gli utocratici, che invece non accettavano l’autorità del Papa, si trasformò in una serie di disordini religiosi e politici, culminando in una rivolta che scosse profondamente la città.

Il contesto dell’epoca era già tumultuoso, con dispute ideologiche che permeavano la vita quotidiana. Quando la peste si abbatté su Praga, il re Vladislav Jagiellon lasciò la città, lasciando dietro di sé un vuoto di potere. La situazione si deteriorò rapidamente, e a settembre del 1483, l’atmosfera di scontento sfociò in una rivolta senza precedenti.

Le folle infuriate catturarono tutti e tre i municipi della città. Il Municipio Vecchio e il Municipio Nuovo divennero teatro di sanguinosi scontri, mentre la Città Piccola fu colpita da ondate di proteste. La violenza si estese anche ai monasteri, al Castello di Praga e a Vyšehrad, con il quartiere ebraico che, purtroppo, non fu risparmiato dalla furia delle folle.

Uno degli episodi più atroci della rivolta fu il cosiddetto “massacro dei conigli” e il lancio di persone, viventi e morte, dalle finestre della Città Nuova. Sebbene alcune fonti suggeriscano che questa orribile scena si sia svolta solo in determinate parti della città, altre raccontano che addirittura il sindaco volò fuori dalle finestre del Municipio della Città Vecchia.

Il caos e la violenza che insanguinarono Praga durante questa rivolta ebbero un impatto duraturo sulla comunità. Ci vollero due lunghi anni prima che la riconciliazione religiosa potesse finalmente emergere. La dichiarazione di uguaglianza delle due chiese avvenne solo nel 1485, durante la Dieta di Kutná Hora. Questo segnò un passo significativo verso la fine delle ostilità religiose, anche se le cicatrici della Seconda Defenestrazione di Praga avrebbero continuato a essere visibili nella memoria collettiva della città per generazioni a venire.

La terza defenestrazione del 1618

Le defenestrazioni del 1419 e del 1483 non furono dimenticate nei secoli successivi e fornirono un precedente storico significativo per le defenestrazioni del 1618. L’atmosfera di tensione e il desiderio di autonomia si intrecciarono attraverso le generazioni, creando un terreno fertile per l’ulteriore conflitto.

Per comprendere appieno le defenestrazioni di Praga, è essenziale immergersi nel contesto storico del periodo. Nel 1618, la Boemia era un territorio conteso all’interno del Sacro Romano Impero, e le tensioni religiose e politiche tra i cattolici e i protestanti erano crescenti.

Il 23 maggio 1618, un evento sconvolgente ebbe luogo al Castello di Praga. I governatori cattolici Jaroslav Bořita di Martinice e Vilém Slavata di Chlum e Košumberk con lo scriba Filip Fabricio volarono fuori dalle finestre defenestrati da una finestra del castello dai nobili boemi protestanti. Si dice che tutti e tre siano sopravvissuti alla caduta da un’altezza di circa diciassette metri solo perché sono atterrati su un pendio scosceso e su una discarica che si era creata sotto le finestre degli uffici grazie all’abitudine consolidata di gettare la spazzatura fuori dalle finestre. I due governatori furono salvati da un ulteriore linciaggio dalla signora Polissena di Lobkowicz, moglie del Cancelliere Supremo, nel Palazzo Lobkowicz.

Queste defenestrazioni sono spesso considerate il preludio della Guerra dei Trent’anni, un conflitto che coinvolse molte nazioni europee e durò dal 1618 al 1648. Questa guerra, caratterizzata da una complessa rete di alleanze e scontri religiosi, ebbe un impatto devastante sulla popolazione e sulla struttura politica dell’Europa. Praga e le terre boeme furono profondamente condizionate dalla Guerra dei Trent’anni, vedendo diversi conflitti e cambi di potere tra protestanti e cattolici, fino al celebre assedio degli Svedesi, protestanti, che portarono ulteriore distruzione e sofferenze alla popolazione. Praga inizió un declino economico e demografico ed a seguito del Trattato di Westfalia del 1648 fu costretta ad adattarsi ad un nuovo ordine geopolitico, finendo sotto l’influenza degli Asburgo per i successivi quasi trecento anni.

Il mistero della quarta defenestrazione

Risale al 1948 la morte del Ministro degli Esteri del Governo Jan Masaryk, figlio del primo Presidente della Cecoslovacchi Tomáš Garrigue Masaryk.

La morte del diplomatico e politico Jan Masaryk, è avvolta da mistero e controversie. Egli svolse un ruolo significativo nella politica cecoslovacca prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, pur avendo delle debolezze caratteriali che ne condizionarono l’azione.

La sua morte avvenne il 10 marzo 1948. La versione ufficiale riportava che Jan Masaryk morì precipitando dalla finestra del suo appartamento al Černínský Palác a Praga. Tuttavia, le circostanze della sua morte sollevarono dubbi e interrogativi sulla reale dinamica degli eventi.

La versione ufficiale, presentata dal regime comunista che era salito al potere in Cecoslovacchia nel febbraio 1948, dichiarava che Masaryk si era suicidato. Tuttavia, molte persone, sia a livello nazionale che internazionale, contestarono questa spiegazione. La sua morte avvenne poco dopo il colpo di Stato comunista del 1948, che portò alla formazione di un governo comunista a guida filo-sovietica.

Il contesto politico tumultuoso e il coinvolgimento di forze esterne, come l’Unione Sovietica, portarono molte persone a sospettare che la morte di Jan Masaryk potesse essere stata un omicidio politico mascherato da suicidio. Le indagini ufficiali della polizia sotto il regime comunista sostennero la tesi del suicidio, ma la verità rimase oggetto di dibattito per molti anni.

Dopo la caduta del regime comunista nel 1989, la questione della morte di Jan Masaryk fu nuovamente esaminata. Nel 2004, un’indagine è stata riaperta e, sulla base delle nuove prove e di una revisione delle circostanze, la Corte Suprema della Repubblica Ceca concluse che Jan Masaryk era stato vittima di omicidio. Tuttavia, nonostante la dichiarazione di omicidio, il mistero della sua morte persiste, e non è chiaro chi siano stati gli autori materiali dell’omicidio e quali fossero le loro motivazioni seppure é risaputo che Masaryk fosse contrario ai comunisti.

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Politica Storia

La Primavera di Praga

La Primavera di Praga (in ceco Pražské jaro) rappresenta un breve periodo – appunto una stagione – intercorso a partire dal mese di marzo 1968 e terminato nella notte tra il 20 ed il 21 agosto dello stesso anno con l´invasione delle truppe del patto di Varsavia.

L’inizio fu sancito dalla nomina dei comunisti cosiddetti riformisti a capo del partito comunista cecoslovacco, capeggiati dal politico slovacco Alexander Dubček. Tale nomina fu seguita nel marzo del ´68 dalle dimissioni di Antonin Novotný dal ruolo di Presidente cecoslovacco e dalla successiva nomina del moderato Ludvík Svboda. Novotný rappresentava ancora la vecchia espressione dello “stalinismo” del dopoguerra, basato sul totalitarismo e la repressione.

La Primavera di Praga in realtà non nacque casualmente.

La revisione della violenta politica stalinista a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta da parte del capo del PCUS Nikita Kruscev, non avevano ancora prodotto un ricambio nella classe politica cecoslovacca. Il sistema economico basato su piani quinquennali utopistici mostrava lacune di base e il sistema sociale era sempre più in crisi ed insofferente.

Negli anni Sessanta, gli intellettuali supportati dagli studenti e in certi momenti dalla importante classe operaia, iniziarono a sentire sempre più necessità di criticare il sistema e aspirare ad una riforma che portasse ad una progressiva democratizzazione del sistema e alla destituzione del presidente conservatore Novotný.

Il piano di azione dei “riformisti” nominati nel gennaio del 68, prevedeva cambiamenti che aspiravano ad un “socialismo dal volto umano”.

Nella pratica tentarono di riformare il sistema comunista introducendo una maggiore libertà di espressione abolendo la censura e cavalcando l’entusiasmo del popolo aspirarono a introdurre riforme politiche, sociali ed economiche. Tra le riforme principali, pur prevedendo sempre il ruolo centrale del partito comunista al servizio del popolo e non più alla guida, si auspicava la reintroduzione del diritto dei cittadini all’associazionismo, la libertà di circolazione e la possibilità di esercitare delle piccole attività imprenditoriali individuali. Nel 1968 la Cecoslovacchia divenne anche uno stato federale, riconoscendo maggiore autonomia alla regione slovacca, da sempre critica verso il cosiddetto “pragocentrismo”.

Aspramente criticato dall’URSS e dagli alleati del Patto di Varsavia, il piano d’azione fu al centro di numerosi tentativi di mediazione da parte dei politici cecoslovacchi di allora nei confronti della critica mossa dai partner alleati.

La crisi politica degenerò rapidamente: Leonid Breznev, capo del PCUS, riteneva che la situazione fosse sfuggita di mano e che occorreva rapidamente ripristinare la centralità del partito unico, abolendo la libertà di opinione e bloccando ogni velleità pluripartitica democratica. I paesi del patto di Varsavia, in particolare la Germania dell’Est e la Polonia, temevano un contagio delle idee riformiste, pertanto si mostrarono categorici nella condanna.

Dubcek e gli altri membri del presidium cecoslovacco cercarono sempre di ammorbidire le critiche, assicurando che la situazione fosse sotto controllo ed in certi momenti mostrarono anche la fermezza nel sostenere che alcuni argomenti ritenevano fossero un problema da risolvere internamente.

Tuttavia, la crescente tensione internazionale creò le condizioni per l’occupazione militare avvenuta nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1968 da parte dei militari di 5 paesi alleati (Unione Sovietica, Polonia, Ungheria, Bulgaria e Germania dell´Est). Restarono in disparte la Jugoslavia e la Romania.

Nelle settimane antecedenti erano state organizzate imponenti esercitazioni militari ai confini Cecoslovacchi. Si trattò del giusto pretesto per spostare truppe senza particolari imbarazzi.

Nel giro di breve, la libertà di espressione fu nuovamente imbavagliata e tutti i riformisti vennero gradualmente epurati dai posti di comando divenendo dei dissidenti. Diversi emigrarono all’estero (tra cui anche il direttore della TV cecoslovacca Jiří Pelikán che chiese asilo politico in Italia), altri furono incarcerati (tra questi anche il futuro presidente Václav Havel), altri si ritrovarono ai margini della società civile avendo interdetti tutti i posti di comando.

Il conservatore Gustav Husák venne nominato a capo del partito comunista e Presidente della Cecoslovacchia, rimanendo in carica per un ventennio, ossia fino al 1989, anno in cui la Rivoluzione di Velluto spazzò via il sistema socialista.

 L´occupazione del 1968 cancellò tutti i sogni riformisti, creando le basi per periodo denominato di „normalizzazione“ iniziato dal 1969.

Una delle conseguenze più tragiche fu l’accordo che sancì e legittimò l’invasione da parte delle truppe sovietiche del territorio cecoslovacco. Questa occupazione straniera terminò nel 1991.

L’invasione delle truppe del Patto di Varsavia non comportò fortunatamente delle stragi di piazza (seppure i morti ufficiali ammontarono a 137 ed i feriti furono oltre 500). I combattimenti più aspri si verificarono a Praga, davanti all´edificio della radio di Stato, Český rozhlas, sulla via Vinohradská in Praga 2 e in piazza San Venceslao, di fronte al museo nazionale.

I cittadini cecoslovacchi furono invitati anche dagli stessi politici riformisti a mantenere la calma e ad astenersi da comportamenti aggressivi.

Si trattò di una resistenza passiva che disorientò gli invasori stranieri, almeno nelle fasi iniziali.

I cecoslovacchi cercarono di spiegare il loro punto di vista ai militari sovietici, parlando la loro lingua. Questo fu anche uno dei motivi per cui si stima che il 70% dei militari venissero dalle regioni caucasiche dell´URSS centrale: le differenze linguistiche e culturali impedivano una comunicazione con i locali. Peraltro, le truppe militari ritenevano di essere i benvenuti in Cecoslovacchia e che venissero considerati dei liberatori.

Per il popolo cecoslovacco si trattò di un triste epilogo dalla portata storica indelebile alla pari della vicenda degli sciagurati patti di Monaco del 1938. Dubcek e i riformisti di spicco furono costretti a capitolare a Mosca negli immediati giorni successivi alla occupazione: sottoscrissero ed approvarono un ripristino delle normative totalitarie e per l’opinione pubblica si dimostrarono dei deboli perdenti che gradualmente finirono in un dimenticatoio.

Nel gennaio del 1969, l’autoimmolazione di Jan Palach in Piazza Venceslao rappresentò un gesto di protesta, ma soprattutto un grido di dolore angoscioso lanciato da un paese inerme al mondo intero. Purtroppo, questo gesto fu emulato successivamente da altri giovani.

La crisi cecoslovacca aveva tuttavia evidenziato al mondo intero la brutalità della politica imperialistica sovietica che non intendeva perdere il controllo delle zone di influenza. Le giustificazioni alla base di questo intervento, basate nell’affermare che vi fosse interesse dei paesi capitalisti occidentali a destabilizzare la situazione geopolitica dell’Est Europe e che nella Cecoslovacchia vi fosse in corso un colpo di stato nazionalista e neofascista si rivelarono essere del tutto inventate e volutamente diffuse per trasfigurare la realtà.

Da questo episodio si distanziarono anche i partiti comunisti occidentali (tra cui il PCI italiano). Ciò aprì le porte ad una loro maggiore inclinazione socialdemocratica negli anni successivi, portandoli ad un graduale distacco dalla politica sovietica.

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Storia

La campana #9081 di Praga

La campana del progetto #9081 é stata inaugurata ufficiale il 28 agosto 2022 e per il momento é esposta a Praga lungo la Moldava su un pontone ormeggiato sulla riva destra della Moldava, nell’immaginario collegamento tra il Castello di Praga e il Teatro Nazionale.

Nel prossimo futuro troverá la sua definitiva collocazione nella zona di Rohanský ostrov nel corso del 2024.

Non é una campana qualunque: ha il compito di ricordare le 9.801 campane che i Nazisti fecero raccogliere e convogliare nella zona di Maniny – Rohanský ostrov nel 1941 per poi trasferirle in Germania via fiume, fonderle e destinarle alla produzione di armi.

Circa il 90% delle campane presenti sul territorio dell´allora protettorato ceco sparirono. Il suono di questa campana ha il compito di ricordare le 9.801 campane sottratte ed ammutolite. Una imposizione che ha penalizzato lo spirito di comunità di città e villaggi, in uno dei momenti più tristi della storia ceca.  

La frase incisa sulla nuova campana

La campana 9081, prodotta dalla azienda leader austriaca Grossmayr  di Innsbruck, pesa 9.801 chilogrammi, é alta 187 centimetri e il corpus centrale pesa 300 kg. La base ha oltre 2,5 metri di larghezza. La progettazione ha coinvolto i campanari praghesi, che nell´involucro esterno hanno voluto inserire i frammenti delle campane perdute per sempre. Per suonarla, occorrono almeno 4 campanari.

Il costo ha superato i 12 milioni di corone (circa 500 mila EUR). La raccolta fondi, tutt´ora in corso sul sito 9801.cz, è stata organizzata dalla associazione no profit Sanctus Castulus, z. s., in collaborazione con le principali fondazioni e associazioni no profit ceche.

La campana non ha ancora un nome, secondo gli ideatori il nome verrà scelto dalla gente, come nel caso della famosa campana del Castello di Praga (presso la cattedrale di San Vito) denominata Zikmund – fusa nel 1549 e che pesa oltre 16 tonnellate – o delle campana di Vaclav, che si trova presso la Chiesa di San Havel, vicino a piazza della città vecchia, che è stata creata per in memoria del drammaturgo ed ex presidente Vaclav Havel.

Fonti: il sito 9801.cz, il podcast Přepiště dějiny, Wikipedia, vari articoli dei quotidiani.

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Turismo

Lo zoo di Praga – uno dei migliori giardini zoologici al mondo

Tra le escursioni più bella della città di Praga, è certamente da annoverare la visita allo Zoo Praha nella zona di Troja, a Praga 8. Non ci sono dubbi che rappresenti una delle più belle passeggiate, con ampi spazi e iniziative che interessano grandi e piccini.

Africký dům – la casa africana

Lo zoo si estende su 58 ettari e comprende 14 padiglioni con varie mostre interattive, e si distingue per i numerosi progetti dedicati alle specie in via di estinzione. Sono ospitati oltre 680 specie, per complessivi 5.868 animali presenti.

Aperto al pubblico per la prima volta il 28 settembre 1931, lo zoo gestito dalla Città di Praga è un continuo evolversi di nuovi padiglioni e investimenti volti a rendere questi spazi più confortevoli, moderni ed attrattivi.

Nel corso del 2019, il numero di visite ha raggiunto la cifra record di 1,4 milioni di ingressi, al terzo posto tra le attrazioni turistiche ceche (dopo il castello di Praga e Petřín). Nella classifica di Tripadvisor si trova al 5. posto al mondo tra i giardini zoologici. Certamente, è tra gli zoo più importanti d’Europa e tra i più belli al mondo.

A seguito delle limitazioni e chiusure imposte dalla pandemia COVID nel 2020 e nel 2021, le presenze sono scese sotto il milione di persone (850 mila nel 2020 e 962 mila nel 2021). In questi ultimi anni lo zoo ha sviluppato molto la presenza sui social ed esiste un canale YOUTUBE denominato Zoologická zahrada hl. m. Prahy oltre al profilo su INSTAGRAM e Facebook. I dipendenti sono 251. Le esposizioni presenti sono oltre 150.

Lo zoo di Praga partecipa a numerosi programmi per la tutela delle specie animali a rischio di estinzione. In particolare, il programma a tutela dei cavalli di Przewalski, noti come pony della Mongolia, è certamente uno dei simboli dello zoo di Praga, avendo consentito il rientro in natura a diverse decine di cavalli (peraltro a primavera, i cavalli vengono delocalizzati in una zona aperta denominata Dívčí Hrady in Praga 5, proprio per favorire l’adattamento allo stato bardo).

Il cavallo Przewalski

Anche i gorilla sono sotto tutela, così come gli uccelli dell’Indonesia ed altre specie animali che si possono supportare anche finanziariamente tramite contributi, acquisti via e shop o SMS di supporto. Diverse aziende e privati aderiscono inoltre ai programmi di sponsoring e adozione a distanza.

Richard – il gorilla capo dello Zoo di Praga

Il 28 settembre 2022 é stato inaugurato il nuovo splendido padiglione dedicato agli animali africani ed in particolare ai gorilla, che trova un logico posto accanto agli elefanti ed alle giraffe.

la nuova area dedicata all´ambiente africano ed ai gorilla

Dal 2023 si dovrebbero iniziare i nuovi lavori per il padiglione Arktida, dove troveranno un posto più confortevole gli orsi bianchi Tom e Berta.

È possibile acquistare on line i biglietti di ingresso, così come sono presenti numerosi programmi e servizi per gli ospiti. Naturalmente, sono previste visite guidate e programmi dedicati a bambini e scuole. Specie nei week end di bel tempo è consigliabile muoversi per tempo in quanto i parcheggi vengono rapidamente colmati, lo zoo viene in effetti preso d’assalto dalle famiglie locali e dai turisti.

La guereza, la scimmia che si trova nel padiglione africano