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Storia

Otto Wichterle: l’inventore visionario

Otto Wichterle è stato un chimico, scienziato e inventore ceco di fama mondiale, nato nel 1913 a Prostějov e deceduto nel 1998 nella località di Stražisko.

Nei suoi ottantaquattro anni di vita ha vissuto la demolizione del suo lavoro da parte del regime comunista, ma anche vari momenti di gloria che lo fanno reputare come un genio visionario. Non si perse mai d’animo e affrontò ogni situazione che la vita gli presentò, restando una persona ottimista e creativa.

È noto per essere la persona che ha inventato le lenti a contatto morbide o la fibra denominata silon. Nel complesso ha registrato circa 150 brevetti.

È stato membro di molte società internazionali, titolare di numerosi premi stranieri, professore in molte università, autore o coautore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche.

Biografia

Wichterle proveniva da una famiglia di imprenditori e politici. Si laureò presso la Facoltà di Ingegneria Chimica e Tecnologica dell’Università Tecnica Ceca di Praga, dove lavorò come professore fino alla sua chiusura nel 1939.

Durante la Seconda Guerra Mondiale si recò a Zlín, dove lavorò nei laboratori di ricerca chimica della famosa azienda calzaturiera Bata. Questo scienziato ebbe mano libera nelle sue ricerche presso Bata e presto sviluppò un processo tecnologico per la produzione di fibre poliammidiche. Il nome silon fu scelto per questa invenzione perché esisteva già una fibra simile, chiamata nylon.

Appena terminata la guerra, Wichterle tornò a Praga, dove iniziò la ricerca di materiali adatti per le protesi oculari presso l’Università di Tecnologia Chimica.

Sviluppo di prototipi di lenti a contatto

All’epoca del professor Wichterle esistevano già delle lenti, ideate dall’oftalmologo tedesco Adolf Gaston Eugen Fick, ma erano fatte di vetro e di plastica dura e inflessibile. Tuttavia, i piani di Wichterle furono vanificati dalle purghe politiche comuniste, durante le quali lui e alcuni altri insegnanti di spicco furono espulsi dalla scuola e la ricerca sulle lenti intraoculari fu temporaneamente abbandonata.

Continuò quindi le sue ricerche presso la più liberale Accademia delle Scienze, dove divenne direttore del neonato Istituto di Chimica Molecolare. Nel 1961, a Natale, Wichterle condusse esperimenti cruciali per trasformare le lenti a contatto in gel in una forma adatta.

Assemblò il primo prototipo di macchina per la fusione di lenti a contatto in gel da un kit di metallo per bambini (stavebnice Merkur – del tutto simile al Meccano, ndr) e ne colò i primi quattro pezzi. Questa famosa “macchina per lenti” è ora esposta al Museo Nazionale della Tecnica di Praga.

Nonostante avesse brevettato le lenti a contatto, dovette iniziare diverse cause verso aziende straniere, specie americane, per la tutela del suo brevetto e le vinse tutte in modo definitivo.

Durante il periodo denominato della Primavera di Praga, Wichterle firmò il manifesto delle 2.000 parole (il documento letterario di protesta piú importante contro l’occupazione da parte dei paesi del Patto di Varsavia avvenuta nell’Agosto ’68) e, durante un discorso in Parlamento, criticò apertamente le azioni delle autorità al potere dopo l’occupazione del Paese da parte delle truppe del Patto di Varsavia.

Nel 1970 fu quindi privato di tutte le cariche dirigenziali e destinato ad essere ostracizzato.

Dopo la Rivoluzione di Velluto dell’89, fu eletto presidente dell’Accademia Cecoslovacca delle scienze, carica che mantenne fino alla divisione della Cecoslovacchia nel 1993.

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cucina

Olomoucké Tvarůžky: un assaggio di tradizione e cultura Ceca

Ho deciso di dedicare questo post a questo particolare formaggio, dato che ho la sensazione che non sia dato un giusto risalto a questo prodotto che è estremamente naturale e sano. Si tratta certamente di uno degli emblemi culinari più distintivi della Moravia: un autentico gioiello della gastronomia ceca.

Per quanto mi riguarda, si tratta di una scoperta relativamente recente che sto imparando ad apprezzare. Certamente, ho ricordi di infanzia degli Olomoucke tvaruzky, ma il loro odore mi ha sempre fatto desistere, come probabilmente accade per ogni bambino.

Tuttavia, ricordo bene un campeggio fatto negli anni Ottanta, dove per l’ultima sera si decisero di sciogliere decine di Olomoucké Tvarůžky all’interno di un vaso di vetro accanto al focolare. Se potessi tornare indietro nel tempo, non mi farei certamente scappare questa prelibatezza con un bel boccale di birra fresca!


Questo formaggio tradizionale, noto per il suo sapore pungente e la sua consistenza unica, vanta una storia che risale a secoli fa, diventando non solo una specialità regionale, ma anche un orgoglio nazionale.

Gli Olomoucké Tvarůžky sono riconoscibili per il loro colore giallo paglierino e la loro superficie leggermente rugosa. La loro texture morbida e la caratteristica forma a piccoli dischi o barrette li rendono immediatamente riconoscibili. Tuttavia, è il sapore deciso e leggermente acre che realmente li distingue: un gusto che si sviluppa attraverso un processo di maturazione naturale senza l’uso di additivi chimici.

Gli ingredienti sono semplici: latte scremato, sale e caglio. Si tratta di formaggi di ricotta – la parola “tvaroh” in ceco significa ricotta. Il segreto della loro unicità risiede nella fermentazione e nella maturazione, che avvengono in ambienti naturali specifici della regione di Olomouc, contribuendo al profilo aromatico distintivo del formaggio.

Riconosciuti come prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) dall’Unione Europea, gli Olomoucké Tvarůžky non sono solo un piacere per il palato, ma anche un patrimonio culturale che racconta la storia e le tradizioni della Moravia.

Questi formaggi sono legati storicamente alla famiglia Wessels originaria della cittadina di Loštice, nella provincia di Olomouc. Dal 1876 questa famiglia si dedicò alla loro produzione e soprattutto grazie ad Alois Wessels, nei primi decenni del XX secolo, ebbe inizio la più grande produzione industriale della zona. Ancora oggi, la famiglia detiene saldamente l´azienda che produce gli olomoucke tvaruzky in varie varianti nella storica località vicino ad Olomouc dove è presente anche un Museo e sono possibili dei tour guidati. I prodotti sono riconoscibili per la presenza del logo A.W.

Per chi visita Olomouc, o per gli amanti della gastronomia in cerca di sapori autentici e unici, gli Olomoucké Tvarůžky rappresentano una tappa obbligatoria nel viaggio culinario. Non solo offrono un assaggio della tradizione locale, ma sono anche una testimonianza dell’amore e della dedizione dei moravi per la loro cucina. Fortunatamente, i formaggi sono ampiamente distribuiti su tutto il territorio ceco, pertanto li potrete trovare in qualsiasi grande distribuzione presente sul territorio.

Il consiglio è di provarli, di non farsi spaventare dalle prime impressioni dell´olfatto e vedrete che resterete sorpresi imparando ad apprezzarli mano a mano.

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Storia

Nel cuore di Praga: l’ospedale psichiatrico di Bohnice

Nel quartiere di Praga 8 denominato Bohnice, trova posto l’ospedale psichiatrico principale della città. Non si tratta di un edificio unico, ma si compone di vari padiglioni autonomi sparsi in un giardino aperto al pubblico che si estende per oltre 300 ettari.

Questa struttura venne concepita ai primi del Novecento per rendere più efficaci le cure delle malattie psichiatriche in luoghi dedicati e con varie specializzazioni.

Un ospedale psichiatrico si concentra sul trattamento o sull’esame di individui che rappresentano un pericolo per sé stessi o per gli altri a causa della loro malattia mentale. Tuttavia, l’apertura di questo areale al pubblico, il fatto che si tratti di un vero e proprio giardino, dove sono presenti anche attività commerciali e per il tempo libero, ha lo scopo di consentire ai pazienti di restare parti di una vita normale e corrente, e uno stimolo al reinserimento nella vita sociale una volta guariti.  

Nel linguaggio popolare praghese, la parola “Bohnice” è usata come termine simbolico generale per indicare un manicomio o un istituto psichiatrico, a testimonianza che non tutti i pregiudizi sono superati.

Questo post si divide in due parti: una dedicata alla organizzazione attuale dell’areale, la seconda ne riassume la storia.

L’organizzazione e le attività dell’ospedale

L’ospedale dispone di numerosi dipartimenti, tra cui un centro di intervento per le situazioni di crisi. Il centro fornisce interventi per la gestione di urgenze e supporto psicologico. Offre inoltre un servizio di assistenza telefonica gratuito e attivo 24 ore su 24.

Per quanto riguarda i reparti ospedalieri, a titolo di esempio riportiamo il reparto pediatrico, la gerontopsichiatria e il reparto per il trattamento delle dipendenze (alcol, droga, gioco d’azzardo), i reparti psichiatrici per adolescenti e bambini.

Ogni padiglione ha un proprio programma ed una propria organizzazione.

Nei locali dell’ospedale sono presenti anche laboratori terapeutici, dove, ad esempio, si producono ceramiche, si intrecciano cesti, si fabbricano candele, si pesano libri e si lavora il legno. I pazienti ricoverati hanno anche la possibilità di partecipare alla musicoterapia e all’ippoterapia.

Cosa si trova nell´area ospedaliera di Bohnice?

Divadlo Za Plotem – Il teatro dietro il recinto

Il teatro è il centro culturale, sociale ed educativo dell’ospedale. Ospita concerti, spettacoli teatrali e cinematografici per i pazienti e i loro parenti e per il pubblico in generale. Tra le altre cose, affitta sale per vari corsi di formazione, seminari e balli.

V. Kolona – la caffetteria

V. Kolona è una caffetteria che offre comodi posti a sedere all’aperto o al chiuso con una tazza di caffè, altre bevande e snack. Il personale del bar è composto da persone con esperienza di malattie psicotiche e da pazienti dell’ospedale di Bohnice. La formazione al lavoro è stata concepita per aiutare le persone affette da malattie mentali a migliorare abilità quali l’organizzazione, la pianificazione del lavoro, la concentrazione e la comunicazione.

Periodicamente vengono esposte opere di artisti alle pareti di questa caffetteria che effettivamente ha una atmosfera unica.

I festival

Il festival Mezy Ploty (letteralmente „tra i recinti) e il festival multi-genere Babí Léto si svolgono ogni anno nell´areale e vedono una grande partecipazione pubblica e il supporto di numerosi sponsor.

La chiesa di San Venceslao

La chiesa si trova al centro dell’ospedale psichiatrico di Bohnice, di fronte all’ingresso principale. È opera dell’architetto Václav Roštlapil. Attualmente viene utilizzata per le funzioni domenicali cattoliche, evangeliche e hussite e il lunedì si tengono incontri sulla Bibbia.

Oltre che per scopi liturgici e terapeutici, la chiesa dell’ospedale viene utilizzata per eventi culturali.

Il parco

Il parco dell’ospedale, che si estende per 64 ettari, è visitabile gratuitamente. Gli alberi che circondano l’intera area hanno raggiunto dimensioni impressionanti. Tra questi troviamo tigli, castagni, aceri, abeti, oltre a molti rari alberi.

La fattoria

L’area dell’ospedale comprende anche un’ex fattoria, dove attualmente opera una fattoria socioterapeutica.

Il giardinaggio, ad esempio, fa parte del regime di trattamento delle dipendenze. In generale, i lavori di giardinaggio rappresentano un modo per tranquillizzare e curare alcune tipologie.

Sono noti, inoltre, gli effetti benefici della ippoterapia e la presenza di altri animali da cortile allieta la vita dei pazienti di questo areale.

Il cimitero storico e la lapide in memoria dei pazienti italiani

Il cimitero istituzionale si trova all’esterno dell’ospedale. Le sepolture sono cessate nel 1951 e il cimitero è stato trasferito al servizio funebre della città di Praga, che non lo ha utilizzato e lo ha lasciato in sostanziale abbandono.

Oggi ha una immagine piuttosto tetra, tuttavia, esistono delle pagine web dedicate che raccolgono la storia di questo posto a testimonianza del fatto che non cadrà nel dimenticatoio.

Nelle pagine web sono presenti anche alcune informazioni in italiano, in quanto nel cimitero si trova un monumento commemorativo di pazienti psichiatrici italiani evacuati a Bohnice dalla zona di Trento durante la Grande Guerra e venuti a mancare. Fu consacrato il 16 ottobre 1932 dall’arcivescovo di Praga, Karl Cardinal Kašpar, alla presenza dell’ambasciatore italiano. Consiste in due lapidi di marmo di Carrara incastonate nelle pareti all’ingresso della cappella del cimitero con un’iscrizione in italiano e in ceco.

Sotto la lapide furono collocate delle cassette di rame contenenti la terra del cimitero Trento, a ricordo del suolo della propria patria. Per la cronaca, i profughi italiani affetti da malattie psichiatriche trasporti dal Trentino a Praga furono 281.

La storia

L’inizio del XX secolo ha portato nuove condizioni economiche e sociali. Soprattutto il rapido sviluppo dell’industrializzazione e il conseguente aumento dei ritmi di vita e delle situazioni di stress sono stati responsabili dell’inasprimento delle condizioni di vita e sociali.

L’industrializzazione ha imposto un aumento del numero di letti psichiatrici, poiché le città in crescita e i sobborghi affollati presentavano condizioni di assistenza domiciliare per i familiari malati di mente ancora peggiori rispetto alle zone rurali.

Nel 1903, dopo aver constatato che la capacità di posti letto di altri istituti, soprattutto di quello di Praga, era costantemente superata, il comitato provinciale decise di costruire un istituto per malati mentali a Bohnice, vicino a Praga. A questo scopo, decise di acquistare la tenuta di Bohnice, compresi gli edifici, i campi e l’adiacente Čimický háje per la somma di 730.000 corone.

La fondazione viene fatta risalire al 1909. Si trattò di uno degli istituti più moderni e più grandi dell’Impero austro-ungarico, al pari di quello presente a Vienna.

L’architetto dell’ospedale fu Václav Roštlapil, un architetto ceco che lavorò principalmente a Praga per scopi scientifici, educativi e medici. L’estetica storicista fu scelta come stile perché esprimeva la visione del mondo rinascimentale e antropomorfa dell’epoca. A lui si devono, tra l’altro, la monumentale Accademia Straka e l’Accademia di Belle Arti di Praga.

Dal punto di vista organizzativo, l’istituto nascente entrò a far parte del sistema sanitario praghese in coordinamento con le altre strutte ospedaliere sul territorio ma mantenne una propria autonomia organizzativa data la specificità dei trattamenti.

Dei 303 ettari di terreno acquisiti, 64 ettari furono destinati all’istituto stesso e dal 1906 al 1912 vi furono costruiti inizialmente 28 padiglioni di cura.

Con l’occupazione dei Sudeti e l’occupazione nazista a partire dal 1938, si verificò un periodo di tempo in cui non solo l’assistenza ai malati cessò a livello di cura, ma anche l’istituto dovette autosostenersi economicamente per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale.

La fine della guerra e la liberazione nel 1945 portarono nuove speranze e anche una rinascita della psichiatria di Bohnice. Il personale si avvicinò con entusiasmo e le sue qualifiche vennero migliorate, vennero introdotti nuovi metodi di trattamento e vennero effettuati cambiamenti organizzativi.

Tuttavia, negli anni Cinquanta, per decisione della Presidenza del Governo cecoslovacco, l’ospedale venne designato alla chiusura e i suoi spazi vennero destinati ad essere riconvertiti a caserma militare per la difesa aerea.

Il piano prevedeva che i pazienti venissero trasferiti negli ospedali di appartenenza in base al loro domicilio. All’inizio del 1951 vennero attuate le risoluzioni del governo. Il ricovero dei pazienti fu interrotto e l’ospedale psichiatrico di Kosmonosy fu designato come bacino di utenza principale per la città di Praga. Tuttavia, si verificò un rapido sovraffollamento che portò alla revoca del provvedimento originario.

Alla fine, si decise di mantenere aperto l’areale di Bohnice con 1.000 posti letto sparsi in 17 padiglioni, ma accanto restava la struttura militare.

Il fatto che un’unità militare esistesse nei locali della struttura medica contravveniva a tutte le convenzioni internazionali.

Pertanto, nella seconda metà degli anni Cinquanta, nove padiglioni furono riadattati a scopi sanitari e ricostruiti. Il numero di letti e di unità mediche fu ampliato e il sistema sanitario di Praga fu riorganizzato. Da allora, l’areale ha ripreso a funzionare dedicato interamente alle cure dei pazienti

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Arte Turismo

Il teatro a Praga non è semplicemente un’arte

Praga è famosa per il suo patrimonio culturale ricco e un’atmosfera unica che attrae visitatori da tutto il mondo. Ma ciò che rende Praga veramente speciale non è solo la sua bellezza architettonica o le strade vivaci piene di storia; è anche il suo profondo legame con il teatro. Il teatro a Praga non è semplicemente un’arte; è una parte viva dell’anima della città, un ponte tra il passato e il presente che ci permette di intravedere la ricchezza della cultura ceca. Il ruolo del teatro ha anche una valenza sociale, non a caso le voci del dissidio al regime comunista si originavano in questi ambienti. Anche la famosa Rivoluzione di Velluto del 1989 ha visto l’affiancamento degli attori teatrali agli studenti fin dai primi momenti. Non a caso, il primo presidente democratico fu Václav Havel, di professione drammaturgo.

L’etimologia della parola “teatro ”  in ceco “divadlo” può essere tracciata fino alla radice proto-slava, che si riferisce all’atto di vedere o guardare. Questo termine è correlato al verbo ceco “dívat se”, che significa “guardare”.

Nell’antica lingua slava, il termine per indicare lo spettacolo o il teatro aveva connotazioni legate all’osservazione e alla visione. Con il tempo, questo concetto si è evoluto per includere non solo l’atto di vedere, ma anche il luogo in cui gli spettacoli venivano presentati al pubblico. Così, “divadlo” è venuto a designare non solo l’azione di assistere a uno spettacolo, ma anche il luogo fisico in cui si svolgono le rappresentazioni teatrali.

Il teatro ha radici profonde nella storia di Praga, essendo un elemento centrale della vita culturale cittadina per secoli. Dai tempi del Rinascimento, quando le rappresentazioni teatrali erano appannaggio delle corti reali, fino all’era moderna, il teatro a Praga ha continuato a evolversi, diventando uno specchio dei cambiamenti sociali, politici ed estetici che hanno attraversato la città e la nazione.

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La scena teatrale di Praga non solo arricchisce culturalmente la città, ma funge anche da importante veicolo di espressione linguistica e creativa. Attraverso il teatro, storie universali e questioni contemporanee trovano voce, permettendo agli spettatori di esplorare nuove prospettive e connessioni emotive.

Inoltre, i teatri di Praga giocano un ruolo cruciale nel sostenere il turismo e l’economia locale. Le stagioni teatrali attraenti portano nella città un flusso costante di visitatori, felici di immergersi nella sua offerta culturale unica. Allo stesso tempo, il teatro offre alla comunità locale uno spazio per il dialogo culturale e la riflessione, rafforzando il tessuto sociale di Praga.

I teatri praghesi piú importanti

Praga vanta una varietà di teatri storici e moderni che offrono un ampio spettro di esibizioni, dalla tradizionale opera e balletto, al dramma moderno e sperimentale. Ecco i tre più importanti:

Teatro Nazionale (Národní divadlo)
  • Storia: Icona culturale ceca, il Teatro Nazionale è un simbolo di identità nazionale e di orgoglio, inaugurato nel 1881.
  • Si ricorda che il teatro a fine Ottocento fu danneggiato da un rovinoso incendio ma prontamente il popolo volle ricostruire questo luogo alla base della identità nazionale ceca.
  • Spettacoli: È rinomato per le sue produzioni di opere, balletti e drammi di alta qualità.
  • Sito Web: narodni-divadlo.cz
  • Indirizzo: Národní 2, 110 00 Praha 1

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Teatro degli Stati (Stavovské divadlo)
  • Storia: Conosciuto per essere il teatro dove Mozart diresse la prima di “Don Giovanni” nel 1787, conserva un’atmosfera storica unica.
  • Spettacoli: Ospita una varietà di opere, balletti e pezzi teatrali classici.
  • Sito Web: estatestheatre.cz
  • Indirizzo: Železná, 110 00 Staré Město

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Opera di Stato di Praga (Státní opera Praha)
  • Storia: Aperta nel 1888 come Nuovo Teatro Tedesco, è un pezzo importante del patrimonio culturale di Praga.
  • Spettacoli: Famosa per le sue produzioni operistiche e concerti.
  • Sito Web: statniopera.cz
  • Indirizzo: Wilsonova 4, 110 00 Praha 1

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Visitare i teatri di Praga non è semplicemente passare una serata fuori; è un’immersione in un mondo di tradizione, innovazione e bellezza senza tempo. Ecco alcune ragioni per cui i teatri di Praga meritano un posto d’onore nel vostro itinerario:

Tradizione e Innovazione

I teatri di Praga sono testimoni viventi della storia culturale ceca, custodendo tradizioni secolari. Allo stesso tempo, sono all’avanguardia nell’esplorare nuove forme d’arte e performance sperimentali, offrendo una fusione unica di classico e contemporaneo.

Varietà di Spettacoli

Con un’offerta che spazia dalla classica opera e balletto a drammi moderni e teatro sperimentale, c’è sempre qualcosa che può catturare l’interesse di tutti. Che siate appassionati di storie classiche o in cerca di nuove esperienze artistiche, i teatri di Praga vi accoglieranno a braccia aperte.

Esperienza Culturale Autentica

Assistere a uno spettacolo in uno dei teatri storici di Praga offre un’opportunità unica di connettersi con l’essenza culturale della città. È un modo per vivere la storia e l’arte ceche in maniera autentica e memorabile.

Architettura Impressionante

Oltre agli spettacoli, l’architettura dei teatri di Praga è di per sé degna di ammirazione. Dall’opulento stile barocco al modernismo elegante, i teatri sono capolavori architettonici che raccontano la storia della città anche attraverso i loro muri.

Accoglienza Internazionale

Molti teatri offrono sottotitoli in inglese per le loro produzioni principali o programmi in lingua inglese, rendendo l’esperienza accessibile ai visitatori internazionali. Questa accoglienza rende facile per tutti godere della magia del teatro praghese.

Il teatro a Praga è più di una forma d’arte; è un pilastro della cultura e dell’identità della città, un ponte che collega il passato glorioso di Praga al suo presente vibrante e dinamico. Esplorare i teatri di Praga significa immergersi in un mondo di storie, emozioni e bellezza, offrendo un’esperienza culturale profonda e arricchente.

Personalmente adoro i teatri estivi, all’aperto. Sono splendidi gli spettacoli dedicati alle opere di Schakespeare nell´ambito del festival estivo denominato Shakespearovské slavnosti. Questo splendido festival si tiene anche nelle città di Brno e Ostrava.

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Storia

Carlo IV: L’imperatore boemo, mecenate e filosofo del XIV secolo

In Repubblica Ceca, Carlo IV viene considerato dalla opinione pubblica il padre della patria e vince tutte le classifiche che periodicamente riportano i personaggi cechi ritenuti più importanti. Si tratta di un simbolo intoccabile, ammirato e certamente anche idealizzato.

Re della Boemia, poi successivamente Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo IV ha lasciato la sua impronta indelebile nella storia boema, sia per la sua enorme intelligenza politica e culturale che gli ha permesso di raggiungere obbiettivi che varcano i confini di una singola regione, sia per l’ampia visione delle istituzioni realizzate e per la grandezza dei monumenti concepiti nel suo periodo di regno. È proprio negli anni della sua reggenza che Praga ha gettato le basi per divenire una delle più belle capitali del mondo.

Chi è Carlo IV – istruzione e ascesa al potere

Carlo IV. (nato a Praga il 14.5.1316 e deceduto sempre a Praga il 29.11.1378) apparteneva al casato dei Lussemburgo: figlio di Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia deceduto in battaglia nel 1346, e della regina Elisabetta Premysl, figlia del re di Boemia, Polonia e Ungheria Venceslao III, ultimo della dinastia dei Premysl.

Educato in Francia, viene ricordato per la grande intelligenza e cultura, acquisita fin da bambino. Parlava correttamente cinque lingue e fu un grande viaggiatore. In effetti, a differenza di molti dei suoi contemporanei, Carlo IV viaggiò per tutta l’Europa. Questi viaggi non erano solo di natura diplomatica ma servivano anche per acquisire conoscenze, reliquie e ispirazione per il suo regno. La sua esperienza diretta con diverse culture e sistemi politici influenzò profondamente le sue politiche e la sua visione di governo.

Carlo IV è stato anche un abile diplomatico e stratega politico. La sua politica estera fu incentrata sulla stabilizzazione e l’espansione dell’influenza del Sacro Romano Impero e della Boemia. Stabilì alleanze attraverso una serie di matrimoni strategici per i suoi figli e per sé stesso, consolidando così il potere della sua dinastia in Europa.

Aveva un profondo interesse per l’astrologia e la numerologia, che influenzarono la scelta della data per la sua incoronazione come re di Boemia. Si dice che abbia scelto il giorno e l’ora specifici basandosi su calcoli astrologici per assicurarsi il maggior favore celeste possibile.

Carlo IV era inoltro noto per la sua devozione religiosa e per aver raccolto una notevole quantità di reliquie sacre. Inoltre, fece creare la Corona di San Venceslao, parte delle Insegne del Regno di Boemia, considerata uno dei tesori più preziosi del paese.

Si dice che la corona sia così sacra che solo i re di Boemia (e più tardi i presidenti cechi) avevano il diritto d’indossarla, e solo in occasioni particolarmente solenni. I tesori della corona sono conservati presso la cattedrale di San Vito, al castello di Praga, ma non sono accessibili e visitabili se non in occasioni straordinarie.

Contesto storico durante il regno di Carlo IV

Nel corso del XIV secolo si iniziarono a delineare i primi stati sovrani europei – per lo piú monarchici – che avrebbero dominato nei secoli successivi (Francia, Spagna, Inghilterra, Germania). L’Italia viceversa era divisa in signorie, Stato Pontificio e Regno di Napoli e Sicilia in un contesto piuttosto conflittuale e fatto di alleanze con ingerenze anche straniere. L’Euro

La Peste Nera, conosciuta anche come la Grande Pestilenza, fu un’epidemia devastante che colpì l’Europa nel XIV secolo, precisamente tra il 1347 e il 1351. È stata una delle malattie più letali nella storia umana e si stima che abbia ucciso tra i 75 e i 200 milioni di persone, cancellando circa un terzo della popolazione europea dell’epoca.

Le conseguenze della Peste Nera furono enormi, non solo in termini di perdite umane, ma anche per l’impatto sociale, economico e culturale sull’Europa medievale. La riduzione drastica della popolazione portò a carenze di manodopera, aumenti dei salari per i sopravvissuti, rivolte contadine e una profonda crisi delle strutture sociali ed economiche dell’epoca. Inoltre, la peste contribuì a un cambiamento nel panorama religioso e culturale, con un aumento della devozione e della ricerca di espiazioni per i peccati, vista da molti come causa della malattia.

Nei centri urbani si osservava il coprifuoco, che imponeva la chiusura di taverne e l’accesso alle città e strade con catene. I crimini notturni venivano puniti con maggiore severità rispetto a quelli diurni.

Durante il periodo di Carlo IV, la legge era specifica per ogni stato sociale. Solo i tribunali della Chiesa potevano giudicare gli ecclesiastici, esclusi dal giudizio dei tribunali laici eccetto che per le questioni legate ai beni. I nobili erano regolati dalle leggi locali e, in Boemia e Moravia, potevano essere giudicati esclusivamente nei tribunali locali. Per i cittadini delle città era in vigore una legislazione particolare. Le normative legali differivano da una città all’altra, ma generalmente seguivano o la legge di Norimberga o quella di Magdeburgo nel XIV secolo. Il re era considerato intoccabile dalla legge, non soggetto a giudizio. Carlo IV si vedeva come un monarca designato divinamente, con il potere di creare decreti e leggi grazie al suo status imperiale.

Carlo IV mecenate e promotore culturale

Carlo IV, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Boemia, è celebrato come uno dei più grandi mecenati del Medioevo, il cui regno segnò un’epoca di straordinario sviluppo culturale e artistico. La sua passione per le arti, l’architettura e l’istruzione trasformò Praga in uno dei centri culturali più importanti d’Europa, attirando artisti, architetti, studiosi e pensatori da tutto il continente.

Inoltre, Carlo IV fu un sostenitore delle scienze e della letteratura, promuovendo la traduzione di importanti opere religiose e filosofiche e sostenendo la creazione di manoscritti illuminati, che contribuirono alla conservazione e alla diffusione della conoscenza in un’epoca dominata da conflitti e incertezze.

L’Università Carolina

Nel 1348, Carlo IV fondò l’Università Carolina di Praga, la prima università nell’Europa centrale e la più antica università ancora in funzionamento nella Repubblica Ceca. Questo atto non solo rafforzò il prestigio di Praga e della Boemia ma creò anche un importante centro di apprendimento e cultura che attirava studenti da tutta Europa.

Codex Carolina

la “Constitutio Criminalis Carolina”, nota anche come “Carolina”, che è un corpo di legge criminale dell’Impero tedesco promulgata nel 1532 sotto l’imperatore Carlo V. La Carolina è riconosciuta come il primo corpo di legge criminale comune per il Sacro Romano Impero e rappresentava un tentativo di unificare le diverse pratiche legali esistenti all’epoca. Includeva regolamenti su procedimenti legali, prove e pene, stabilendo un importante precedente per la codificazione del diritto penale in Europa.

La bolla d´oro del 1356

La Bolla d’Oro del 1356 fu emessa dall’Imperatore Carlo IV e rappresenta uno dei documenti costituzionali più importanti del Sacro Romano Impero. Aveva lo scopo di organizzare il sistema elettorale imperiale, stabilendo procedure precise per l’elezione del Re dei Romani, che sarebbe poi diventato l’Imperatore del Sacro Romano Impero, se coronato dal Papa. Questo documento codificava il numero e l’identità dei principi elettori, che includevano tre arcivescovi e quattro principi secolari, garantendo loro esclusivi privilegi e poteri. La Bolla d’Oro mirava a prevenire conflitti successori e stabilizzare il sistema politico dell’impero, consolidando il potere nelle mani delle famiglie principesche dominanti.

I contributi architettonici di un urbanista visionario

Il Ponte Carlo, uno dei simboli più riconoscibili di Praga, porta il suo nome. Questo ponte gotico fu commissionato da Carlo IV e la sua costruzione iniziò nel 1357 sotto la supervisione dell’architetto Petr Parléř. Si dice che Carlo IV abbia scelto personalmente la posizione e il design del ponte, basandosi anche qui su calcoli astrologici per determinarne l’inizio esatto della costruzione.

In generale Carlo IV trasformò Praga in una delle città più splendide del suo tempo. È considerato il “padre” della Nuova Città di Praga, che fondò nel 1348. Questa espansione significativa della città mostrava la sua visione urbanistica, anticipando un aumento della popolazione e la necessità di spazi per mercati, residenze e chiese.

L’imperatore si dedicò anche alla costruzione e al restauro di numerose chiese, monasteri e castelli, arricchendo la Boemia e i territori circostanti con capolavori dell’architettura gotica.

Carlo, insieme al padre Giovanni e al fratello Giovanni Enrico, posa la prima pietra della nuova cattedrale gotica di San Vito. Essa sorgerà sul sito della precedente basilica e di una rotonda ancora più antica. Dopo il costruttore Mattia d’Arras, la cattedrale viene costruita dal brillante architetto Petr Parléř, di soli ventitré anni. La cattedrale completa sarà terminata solo quasi 600 anni dopo, nel 1929.

Infine, come non menzionare il castello dedicato a Carlo IV: Karlštejn, a circa 20 km da Praga, meta turistica dei tempi moderni ambitissima. Carlo fondò il Castello di Karlštejn a partire dal 1348, dove dovevano essere conservati i gioielli della corona imperiale (in seguito anche ceca) e molte preziose reliquie che Carlo aveva raccolto nel corso della sua vita.

Il muro della fame

Il Muro della Fame, Hladová zeď in ceco, è un’antica fortificazione situata a Praga, la cui costruzione è tradizionalmente attribuita a Carlo IV, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Boemia. Questo muro, eretto nella metà del XIV secolo, è avvolto da leggende e storie che riflettono la complessa storia sociale ed economica di Praga durante il regno di Carlo IV.

La costruzione del Muro della Fame iniziò nel 1360 o 1361, in un periodo di relativa pace, ma durante il quale la Boemia stava affrontando gravi problemi economici e carestie. Secondo la leggenda, Carlo IV ordinò la costruzione di questo muro per due motivi principali: rafforzare le difese della città e, contemporaneamente, fornire lavoro ai cittadini di Praga che stavano soffrendo la fame, da qui il nome “Muro della Fame”.

Il Muro della Fame era parte di un più ampio sistema difensivo intorno a Praga. Si estende per circa 4 chilometri, dal quartiere di Malá Strana fino alla collina di Petřín. Il suo scopo principale era difensivo, progettato per proteggere la città dagli attacchi esterni. Tuttavia, la sua costruzione servì anche come misura di soccorso economico, impiegando i cittadini poveri e disoccupati. La costruzione del muro è vista come un esempio precoce di “lavoro pubblico” destinato a mitigare le difficoltà economiche.

Carlo IV e l´Italia

Diversi luoghi italiani e in diversi periodi storici hanno visto il passaggio di Carlo IV.

il piccolo borgo toscano di Montecarlo, in Toscana, nei pressi di Lucca, ha una origine medioevale. Montecarlo deve la sua nascita proprio all´imperatore Carlo IV, che nel 1333 fortificò la rocca rendendola un presidio militare strategico durante le guerre del XIV secolo fra Lucca e Pisa, tanto da liberare Lucca dall’occupazione dei pisani.

Nel 1331, il giovane Carlo, quindicenne, venne inviato in Italia per difendere la signoria di Lussemburgo nell’Italia settentrionale. Poco dopo l’arrivo a Pavia, a Pasqua, si assiste a un tentativo di avvelenarlo. Carlo sfugge alla morte digiunando, ma parte del suo seguito perde la vita.

Nell’ottobre del 1332 il giovanissimo Carlo, alla testa di un esercito di almeno cinquemila soldati, vinse la sua prima battaglia a San Felice sul Panaro, vicino Modena, sconfiggendo una coalizione formata dagli Estensi, dagli Scaligeri e dai Gonzaga. La vittoria in quella battaglia avvenne nel giorno di Santa Caterina, santa alla quale Carlo rimase molto devoto per tutta la vita.

Nel 1355 Carlo riceve la corona lombarda a Milano in gennaio e, soprattutto, viene incoronato con la corona imperiale a Roma a Pasqua. La situazione in Italia è complicata: alla cerimonia d’incoronazione non partecipa il Papa, ma solo il cardinale Pierre de Colombiers. Sulla via del ritorno, Carlo sfugge nuovamente alla congiura di Pisa, salvandosi di notte dal palazzo in fiamme.

Le corrispondenze epistolari e gli incontri con Francesco Petrarca

Francesco Petrarca, poeta illustre del Trecento italiano, ebbe diversi scambi epistolari con Carlo IV e si incontrarono personalmente almeno tre volte nel corso di quasi un ventennio. Petrarca vedeva l´imperatore come una persona illuminata, che avrebbe potuto restaurare la grandezza romana.

In effetti, varie lettere di Petrarca a Carlo IV tra il 1351 e il 1365, contenevano l´esortazione all´imperatore a scendere in Italia per risolvere i problemi politici che avevano frammentato l´Italia. Lo stile di scrittura utilizzato era ricco di citazioni storiche e di lodi, seppure non mancassero anche critiche dirette alla scarsa azione dell´imperatore.

Nel 1356 Petrarca visitò Praga per oltre 20 giorni in missione per conto di Visconti. Fu accolto calorosamente dalla comunità e Carlo IV lo nominò conte palatino.

Tuttavia, le aspettative di Francesco Petrarca non si realizzarono e indubbiamente portarono una certa delusione nel sommo poeta che terminò le sue corrispondenze nel 1365. Probabilmente aveva idealizzato la figura del sovrano, che in realtà non aveva particolari intenzioni belligeranti nella penisola italiana ritenendola probabilmente poco interessante dal punto di vista strategico.

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A oltre sette secoli dalla nascita di Carlo IV, le gesta e i lasciti culturali dell’imperatore hanno creato un segno indelebile nella storia europea e soprattutto ceca. Colpisce la visione a lungo termine delle riforme e dei provvedimenti attuati, oltre al patrimonio architettonico ideato.

Carlo IV si può definire come un visionario, che a buona ragione è un esempio per tutte le generazioni passate, presenti e future.

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Turismo

Visitare Praga con i mezzi pubblici: affascinante!

Praga, con i suoi spettacolari paesaggi urbani e la ricchezza storica, è una città che affascina e invita all’esplorazione. Ma oltre ai suoi monumenti e alla sua storia, Praga si distingue anche per un aspetto molto pratico e quotidiano: il suo eccezionale e organizzato sistema di trasporto pubblico. Per chiunque visiti la città, comprendere e sfruttare i mezzi pubblici può trasformare completamente l’esperienza di viaggio, rendendola più interessante, accessibile e immersiva.

Una vasta rete integrata

Il sistema di trasporto pubblico di Praga è noto per essere uno dei più efficienti e convenienti in Europa. Gestito dalla Dopravní podnik hlavního města Prahy (DPP), offre una rete integrata di metropolitana, tram, autobus, treni e persino funicolari e traghetti, coprendo ogni angolo della città e i suoi dintorni. Che si voglia raggiungere il maestoso Castello di Praga, perdersi nelle vie storiche di Mala Strana o esplorare i moderni quartieri al di fuori del centro, si trova sempre una linea di trasporto pubblico che porta a destinazione.

La metropolitana rapida, puntuale e semplice da utilizzare

La metropolitana di Praga, in particolare, è un capolavoro di efficienza. La prima linea fu inaugurata negli anni Settanta dello scorso secolo.

Il progetto della metropolitana praghese si inizió a discutere ancora verso la fine dell´Ottocento.

Divisa in tre linee principali – A (verde), B (gialla) e C (rossa) – copre le aree cruciali della città, facilitando l’accesso alle principali attrazioni e zone commerciali. Complessivamente misura 65 chilometri.

Le stazioni, spesso decorate con design innovativo, sono pulite, sicure e facili da navigare, anche per chi non parla ceco.

La quarta linea: metro D – la costruzione è già iniziata

La linea blu, collegherà il settore meridionale di Praga con il centro. Il nuovo capolinea sarà Depot Písnice e verranno create due nuove stazioni di trasferimento: prima Pankrác e poi Náměstí Míru. Si prevedono treni leggeri e automatizzati senza conducente, che saranno in grado di transitare completamente in senso longitudinale, e stazioni moderne con porte scorrevoli di sicurezza tra la piattaforma e il treno. In futuro è prevista la possibilità di estendere la linea fino a Žižkov o di ramificarla verso la zona Modřany.

I carri armati sul ponte di Nusle

I primi metró a circolare nella metropolitana di Praga sono stati quelli della metropolitana di Mosca, in servizio negli anni Cinquanta. Tuttavia, nella progettazione non si tenne conto del peso elevato dei treni sovietici, per i quali la metropolitana di Praga non era stata costruita. È stato quindi necessario inserire frettolosamente una speciale griglia di rinforzo nel ponte di Nusle sulla Magistrala, attraverso il quale passa la metropolitana. Per verificare se il “Nuselák” appena modificato fosse in grado di sopportare il carico dei treni, fu effettuato un test con l’aiuto di 66 carri armati“parcheggiati” sul ponte in contemporanea.

Ho dedicato uno specifico post ai cambi avvenuti dopo il 1989 nelle denominazioni di vie, piazze e stazioni della metropolitana.

Il sistema integrato dei tram e degli autobus per accedere ovunque

I tram di Praga offrono una maniera scenografica di attraversare la città, con linee che attraversano il centro storico e oltre. Operativi da oltre un secolo, i tram non solo rappresentano un mezzo di trasporto efficiente ma anche un’attrazione storica.

Gli autobus, d’altra parte, servono principalmente le zone periferiche non coperte dalla metropolitana o dai tram, assicurando che nessuna parte della città sia inaccessibile.

In generale colpisce la puntualità dei mezzi pubblici e l’organizzazione complessiva rende l’utilizzo di un’auto privata nel centro storico come un fatto del tutto anacronistico e piuttosto dispendioso.

Le curiosità relative ai tram praghesi ed alcune chicche turistiche

Linea storica del tram 23

La linea tramviaria n. 23 è gestita tramite i tram storici del tipo Tatra T2, T3 e T6, non più in servizio regolare a Praga. La linea è attiva tutto l’anno dalle 8:30 alle 19:00 circa, con un intervallo di 30 minuti (nei fine settimana, durante le vacanze, l’intervallo è di 15 minuti). Sulla linea sono validi i normali i normali biglietti PID.

Le linee turistiche 41 e 42

Le linee turistiche del tram 41 e 42 operano nei fine settimana e durante le festività statali, dalle 10:00 alle 18:00. La linea 41 funziona solo dalla primavera all’autunno, mentre la linea 42 è attiva tutto l’anno. Entrambe le linee richiedono un tariffario speciale e NON accettano i biglietti standard PID. Ulteriori dettagli sono disponibili sul sito del Trasporto Pubblico di Praga, l’operatore di entrambe le linee.

Le linee notturne

Praticamente conosciute da chiunque abbia bazzicato di notte per Praga, Le linee tram notturne da 91 a 99 servono i passeggeri dalle 00:00 alle 05:00 con frequenze di 30 minuti. La fermata Lazarská funge da hub centrale per tutti i tram notturni.

La funicolare di Petřín

La funicolare per Petřín è una popolare attrazione turistica. È integrata nel sistema PID, ma non tutti i documenti di viaggio PID sono accettati. La stazione della funicolare è raggiungibile con le linee di tram 9, 12, 15, 20, 22 e 23 e si raggiunge dalla stazione di Újezd. La funivia è aperta tutto l’anno con un intervallo di 10 minuti in alta stagione (15 minuti in bassa stagione). La funivia non è al momento accessibile ai disabili.

In primavera e in autunno è prevista una chiusura tecnologica periodica di tre settimane.

Un biglietto non trasferibile (per una corsa) costa 60 CZK. Le tariffe scontate non sono previste. Sono previste alcune deroghe per i biglietti che hanno durata a partire dalle 24 ore.

Cosa vi aspetta in cima

A Petřín vi aspettano altre attrazioni e luoghi di interesse. Si puó salire sulla Torre panoramica di Petřín per godere di una vista mozzafiato su Praga. Nelle vicinanze è possibile entrare nel labirinto di specchi. Sul pendio di Petřín c’è un grande parco e innumerevoli giardini dove si possono scoprire vari angoli romantici o il famoso Muro della fame costruito dall’imperatore Carlo IV. Per gli amanti del cielo e dei sistemi stellari, le porte dell’osservatorio storico Stefanikova sono aperte.

I prezzi dei biglietti per i mezzi pubblici a Praga

Ecco una tabella riassuntiva in italiano sui biglietti singoli per Praga (indicati anche come biglietti PID ossia della Prazska Integrovana Doprava):

DurataPrezzo InteroPrezzo Ridotto
30 min30 CZK15 CZK
90 min40 CZK20 CZK
24 ore120 CZK60 CZK
72 ore330 CZK
Tariffe attualizzate al 1/1/2024

Il prezzo intero si applica dai 15 ai 60 anni.

Il prezzo ridotto è per gli anziani dai 60 ai 65 anni con un documento valido che ne attesti il diritto.

I biglietti da 30 e 90 minuti non sono validi per il funicolare di Petřín.

Un biglietto singolo speciale per la funicolare può essere acquistato per 60 CZK alla stazione della funicolare.

L’uso dei biglietti da 24 ore, 72 ore o gli abbonamenti include il viaggio sulla funicolare.

Acquistare i biglietti per i mezzi pubblici è semplice e conveniente.

Sono disponibili varie opzioni che si adattano alle esigenze di tutti, dai biglietti singoli validi per brevi spostamenti agli abbonamenti giornalieri, settimanali o mensili che offrono accesso illimitato alla rete.

I biglietti possono essere acquistati presso le macchine automatiche, i chioschi, online o tramite app mobile, rendendo il processo il più semplice possibile.

Un viaggio sostenibile

Utilizzando i mezzi pubblici di Praga, si ha l’opportunità di esplorare la città in modo efficiente e si contribuisce anche alla sostenibilità ambientale. La DPP si impegna costantemente per ridurre l’impatto ecologico dei suoi servizi, promuovendo un modo di esplorare Praga che sia rispettoso dell’ambiente.

Esplorare Praga attraverso i suoi mezzi pubblici offre una prospettiva unica sulla città, permettendoti di immergerti nella vita quotidiana dei praghensi mentre ti muovi facilmente da un’attrazione all’altra.

Che tu sia un turista alla ricerca di avventure o un abitante locale che cerca di navigare la città, il sistema di trasporto pubblico di Praga ti supporterà in ogni tuo spostamento, testimoniando l’efficienza e l’accessibilità che lo rendono uno dei migliori in Europa.

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Arte Turismo

Le sculture Pegasus di David Černý

La scultura Pegasus di David Černý è presente all’aeroporto dal 2023.

Pegaso, il cavallo alato mitologico, simbolo della elevazione sovranaturale, della ricerca di libertá e dell’intuizione, rivive in questa immagine moderna che l’artista ci ha voluto proporre anche per ricordare una storia industriale gloriosa da non dimenticare.

Pegasus presso l´aeroporto di Praga

La prima versione dell’opera, per mezzo cavallo e per mezzo motore meccanico, risale al 1991.

Il motore che movimenta l’elica é il Walter Pegas – motore storico recuperato dai musei militari – prodotto dalla impresa Motorlet meglio conosciuta come Walter a.s., una azienda praghese che nella prima metá del secolo scorso fu all’avanguardia tecnologica nella produzione meccanica.

Oggi questa realtá purtroppo non esiste più. La zona industriale dove si collocavano gli stabilimenti è stata convertita in un quartiere residenziale, denominato Waltrovka sviluppato dal developer Penta Investments.

Proprio nel piazzale di questo areale, sono collocate altre tre opere Pegas di David Černý, concepite assieme all’architetto Jakub Ciegler per ricordare il passato dell’areale e la gloriosa storia industriale della Walter, che produsse anche automobili e motocicli oltre ai menzionati motori per l’aviazione.

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Arte Storia

Il memoriale di Terezin – un viaggio nel triste passato per non dimenticare

Non è semplice scrivere questo post sul memoriale di Terezin: oltre al dramma dell’Olocausto, al quale si deve per forza accennare, nella fortezza convertita a prigione e campo di lavoro fu ospite per circa tre mesi anche mio nonno.

Questo luogo viene seguito con dedizione per garantire la memoria delle orribili vicende che accaddero. Oggi viene visitato da migliaia di persone, sia straniere, che ceche in tutti i periodi dell´anno. Le pagine web dedicate sono al seguente indirizzo: https://www.pamatnik-terezin.cz/.

Nonostante le tragiche vicende, la storia di quanto accaduto a Terezín presenta anche dei messaggi di speranza per il futuro. La cultura trovò in effetti spazio per resistere all’orrore. Fu un tentativo per restare umani e una indicazione per le future generazioni.

Terezín – la cittadina fortezza

Terezín (in tedesco Theresienstadt) è una piccola cittadina situata nel Nord Ovest della Boemia. Rientra nel distretto della città di Litoměřice – regione di Ústí nad Labem – a circa 70 chilometri da Praga. La città si trova su entrambe le sponde del fiume Ohře, che la divide in Fortezza Piccola e Fortezza Principale. Il fiume poi sfocia nell’Elba a nord della città.

Questa località è conosciuta principalmente per il campo di concentramento creato dai Nazisti durante la II Guerra Mondiale.

Circa 150 000 prigionieri ebrei – uomini, donne e bambini – passarono per il ghetto di Terezín. Inizialmente furono alloggiati in caserme, ma dopo lo sfratto degli abitanti di Terezín a metà del 1942, furono alloggiati anche in case civili. A Terezín giunsero trasporti di ebrei non solo dal Protettorato (74.000), ma anche da Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca e, alla fine della guerra, da Slovacchia e Ungheria. Circa 35.000 prigionieri morirono a causa dello stress, della fame e delle terribili condizioni abitative e sanitarie. Sessantatré trasporti con 87.000 prigionieri furono spediti dal ghetto di Terezín, la maggior parte dei quali diretti al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau che si trova nel sud della Polonia.

La Fortezza piccola e la Fortezza grande

Terezín fu fondata come fortezza alla fine del XVIII secolo dall’imperatore Giuseppe II e chiamata così in onore della madre Maria Teresa. Fin dall’inizio, la fortezza fu concepita come prigione e durante la costruzione furono costruite delle celle. Qui vennero imprigionati prigionieri militari e politici. Nel corso del tempo, la fortezza perse il suo scopo militare e di fatto servì solo come prigione e campo di lavoro.

La Fortezza piccola

Dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte di Hitler tra il 1938 ed il 1939, i nazisti notarono i “vantaggi” della Fortezza Piccola e nel giugno 1940 vi stabilirono una prigione di polizia, dove in particolare la Gestapo inviava i suoi prigionieri.

Questi detenuti provenivano principalmente dalla Boemia e dalla Moravia, ma vi furono rinchiusi anche polacchi, slavi del sud, francesi, italiani, prigionieri di guerra inglesi e membri di altre nazioni.

Nell’agosto del 1940 mio nonno venne imprigionato per circa tre mesi, avendo cercato la fuga dalle fabbriche tedesche dove era stato deportato nel 1939. Dai documenti recuperati, venne trasferito dalla Gestapo di Litoměřice alla piccola Fortezza dove rimase per alcuni mesi, prima di essere destinato nuovamente deportato, questa volta nelle fabbriche della città di Vienna dove rimase fino alla fine del conflitto mondiale.

Le condizioni di vita dei prigionieri peggiorarono di anno in anno e furono costretti a svolgere un estenuante lavoro da schiavi. I cosiddetti commandos interni erano responsabili della manutenzione e del funzionamento della prigione, della coltivazione dei campi adiacenti e della costruzione di vari edifici.

La maggior parte dei prigionieri, tuttavia, lavorava fuori dalla fortezza in varie aziende della zona e partecipava alla produzione bellica e al lavoro per il Reich fino agli ultimi giorni di guerra.

A partire dal 1943, nella Fortezza piccola furono eseguite anche esecuzioni senza processo. In totale, più di 250 prigionieri furono fucilati in questa località.

La Fortezza piccola era una prigione di passaggio, da cui i prigionieri venivano inviati dopo un certo periodo di tempo per il processo o per i campi di concentramento. 2.600 prigionieri morirono qui a causa di fame, abusi e cure mediche e igieniche inadeguate.

La Fortezza grande

Durante le trattative per la creazione di un ghetto ebraico sul territorio del Protettorato, Terezín fu scelto come il più adatto a questo scopo. Il primo trasporto verso la Fortezza principale arrivò il 24 novembre 1941. Era composto da 342 giovani uomini, per lo più operai, artigiani e altri lavoratori professionisti. Questo gruppo fu designato AK I (commando interno). I trasporti arrivarono gradualmente, ogni volta con migliaia di persone, e vennero occupate le singole baracche. All’inizio i trasporti provenivano solo da Praga e Brno, ma nel gennaio 1942 cominciarono ad arrivare trasporti da tutto il Paese e dall’Europa. Questi trasporti divennero sempre più piccoli fino a fermarsi il 23 ottobre 1942. A metà del 1942, anche la popolazione civile fu sfrattata dalla città e i prigionieri occuparono tutti gli spazi disponibili. Fino a quel momento, i prigionieri non potevano lasciare le caserme, poi furono autorizzati a muoversi per la città.

I nazisti cercarono di dare al ghetto l’aspetto di una normale città. C’era un bar con caffè sostitutivo, ma solo su buoni, e alcuni negozi, ma di solito non c’era nulla da comprare. Il ghetto aveva il suo denaro, che veniva dato ai lavoratori come ricompensa, ma non potevano comprare nulla con esso. Per i bambini c’erano le altalene e le rotonde del parco, dove i bambini dovevano giocare obbligatoriamente quando arrivavano i visitatori stranieri.

Ma la vita “normale” qui era impensabile. La gente si accalcava nelle soffitte, nelle cantine, ecc. Il cibo era del tutto inadeguato e l’igiene assolutamente nulla. Chi poteva lavorare stava un po’ meglio. Era più facile per loro ottenere anche un piccolo sussidio, che ancora una volta aiutava a mantenere le forze per un po’. Chi era malato stava meglio in infermeria o in ospedale, dove i medici ebrei potevano esercitarsi. Il personale infermieristico aiutava giorno e notte. Grazie a questi lavoratori, venivano prestate cure speciali anche ai bambini.

Al momento della liberazione, nel maggio 1945, il campo contava 8.521 persone, tra cui circa 1.600 bambini sotto i 15 anni.

Campo di concentramento di Litoměřice e fabbriche sotterranee

Negli ultimi anni della guerra, quando l’industria tedesca delle armi era sempre più minacciata dai raid aerei alleati, i nazisti decisero di trasferire parte della produzione sottoterra. Anche a Litoměřice venne utilizzata l’ex miniera di calcare sotto la pianura di Bídnice.

Nella primavera del 1944 iniziarono a essere costruite fabbriche sotterranee con i nomi in codice Riccardo I e Riccardo II. Per la loro costruzione furono portati qui migliaia di prigionieri, soprattutto polacchi, slavi del sud, russi, francesi, belgi, italiani e di altre nazionalità. Nei pressi della fabbrica in costruzione fu allestito un campo di concentramento.

I prigionieri si occupavano di sbancare la superficie, scavare gallerie e preparare i capannoni della fabbrica. Individui appositamente selezionati furono poi coinvolti nella produzione di parti di motore per carri armati, veicoli militari pesanti e navi, insieme agli operai totali. Per diversi mesi, nella Fortezza Piccola lavorò anche un nutrito gruppo di prigionieri della Gestapo di Terezín.

Il trattamento disumano, la fame, il lavoro da schiavi nei sotterranei, dove si rischiavano crolli, e infine la diffusione dell’epidemia di tifo fecero sì che 4.500 dei 18.000 prigionieri deportati qui morissero in meno di un anno.

La propaganda Nazista del villaggio modello

I nazisti usarono Terezín per una famigerata campagna di propaganda. Nel 1944, permisero alla Croce Rossa di visitare il ghetto, che era stato trasformato in un “villaggio modello” per nascondere le reali condizioni di vita. Prima della visita, migliorarono le condizioni, ridussero la popolazione del campo e misero in scena eventi culturali per dare l’impressione di una comunità vivace.

Nonostante non fosse un campo di sterminio, le condizioni di vita erano estremamente dure, con sovraffollamento, malattie e scarsità di cibo. La fortezza, originariamente costruita per ospitare circa 7.000 soldati, in alcuni periodi conteneva oltre 50.000 prigionieri. Si stima che circa 33.000 persone siano morte a Terezín a causa delle dure condizioni, delle malattie e della fame.

Oltre alle malattie e alla violenza fisica, i prigionieri subivano anche delle violenze psicologiche. La costante paura delle deportazioni, la perdita di familiari e amici e la lotta quotidiana per la sopravvivenza avevano un impatto devastante sul benessere mentale dei detenuti.

Cultura come forma di resistenza

Nonostante le terribili condizioni, i prigionieri di Terezín mantennero un’attività culturale notevole. Ci furono concerti, conferenze, e lezioni, e gli artisti internati produssero disegni e poesie che documentavano la vita nel campo. Queste attività non solo fornivano una fuga psicologica, ma servivano anche come forma di resistenza spirituale e culturale contro l’oppressione nazista.

Uno degli episodi più noti è quello del compositore ceco Viktor Ullmann e del poeta e artista Petr Kien. Nonostante fossero prigionieri, continuarono a creare arte e musica. Ullmann compose diverse opere a Terezín, tra cui l’opera “L’Imperatore di Atlantide”, una satira contro Hitler.

Gli ebrei internati organizzarono un’orchestra che suonava regolarmente, dirigendo concerti nonostante le condizioni disperate. L’orchestra era composta da musicisti professionisti e dilettanti.

Ilse Weber, una scrittrice e poetessa ebraica internata a Terezín con la sua famiglia, scrisse poesie che descrivevano la vita nel campo. Le sue opere sono un commovente tributo alla speranza e alla sofferenza dei prigionieri. Tragicamente, Weber fu deportata ad Auschwitz nel 1944, dove morì insieme a uno dei suoi figli.

I disegni dei bambini di Terezín

Circa 15.000 bambini passarono attraverso Terezín. Solo poche centinaia sopravvissero alla guerra. Molte delle loro esperienze sono state documentate attraverso disegni e scritti che sono sopravvissuti fino ai nostri giorni.

Sotto la guida dell’insegnante e artista Friedl Dicker-Brandeis, i bambini crearono migliaia di disegni e dipinti. Questi lavori rivelano la vita quotidiana nel campo, ma anche le speranze e i sogni dei bambini. Molti di questi disegni sono stati conservati e sono oggi esposti come parte della memoriale di Terezín e presso la Sinagoga di Praga, nel quartiere ebraico.

In particolare, la collezione è la più grande raccolta al mondo di disegni di bambini del periodo della Shoah. Contiene un totale di 4.387 opere di bambini ebrei che hanno attraversato il ghetto di Terezín durante la Seconda Guerra Mondiale. Tutti i disegni sono stati creati in un breve periodo di meno di due anni (1943-1944) durante i corsi di disegno organizzati da Friedl Dicker-Brandeis (1898-1944), una delle più importanti rappresentanti femminili dell’avanguardia tra le due guerre.

L’obiettivo di Friedl, non fu quello di crescere i bambini come artisti, ma di sviluppare la loro creatività e il loro intelletto emotivo e sociale.

Nell’autunno del 1944, Friedl e la maggior parte dei suoi alunni furono deportati verso est. Quasi tutti i bambini e la loro insegnante morirono nelle camere a gas di Auschwitz.

I quattromila e cinquecento disegni di bambini di Terezín, che la Friedl raccolse di ora in ora e conservò in due valigie che conservò prima della deportazione in uno degli orfanotrofi di Terezín, fanno parte delle collezioni del Museo ebraico di Praga dalla fine della guerra. Dal 1945 i disegni sono stati esposti in tutto il mondo, sono stati pubblicati molti libri su di essi e sono stati realizzati molti film, tra cui opere di animazione in cui i disegni sono protagonisti.

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Storia Turismo

Cristallo di Boemia: un capolavoro inscritto nell’UNESCO, tra eleganza e tradizione artistica

Il cristallo di Boemia è rinomato in tutto il mondo da molti secoli.

La tradizione artigianale presente in questa regione ha saputo affermarsi ovunque, creando una sorta di mito ed esclusività data dalla scala di produzione e dall’ampia gamma di prodotti, dal vetro da tavola cristallino, spesso tagliato, inciso e dipinto, ai gioielli, ai lampadari di cristallo giganti o al design originale di oggetti d’arte contemporanea.

Nel 2023 la produzione artigianale ceca è stata iscritta nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

In effetti, la Repubblica Ceca occupa una posizione eccezionale nell’industria del vetro sotto diversi aspetti. A differenza di altri Paesi, la produzione locale vetraria comprende tecniche di lavorazione manuale come la soffiatura, la molatura, la pittura, l’avvolgimento di perle, la realizzazione di tubi, bastoncini per gioielli e altro ancora.

Per curiosità ho provato a ricercare su Google la differenza tra vetro e cristallo. La differenza sostanziale si può ricercare nella composizione chimica dei due materiali. Il vetro è composto prevalentemente da ossido di silicio, mentre il cristallo in aggiunta all’ossido di silicio presenta anche una percentuale minima del 24% di ossido di piombo. In ogni caso, si tratta di “parenti stretti”. Il cristallo si contraddistingue per una lucentezza e brillantezza più spiccata, appunto garantita dall’ossido di piombo.

Il vetro ceco e la Valle dei Cristalli

Il Museo del vetro e della bigiotteria di Jablonec nad Nisou e la Scuola secondaria di artigianato e servizi di Jablonec godono di una reputazione eccezionale. La scuola offre diversi corsi di lavorazione del vetro che non vengono impartiti in nessun altro luogo della Repubblica Ceca, e vi si insegnano anche i futuri creatori di gioielli in vetro e metallo, orafi e gioiellieri. Inoltre, nella regione di Liberec operano 160 aziende di vetro, gioielleria e bigiotteria, commercianti, studi, musei e scuole. La produzione di vetro, con un’alta percentuale di vetro fatto a mano, dà lavoro a migliaia di persone e il progetto della Valle dei Cristalli è propagato anche per turisti e visitatori.

Ulteriori informazioni sono accessibili direttamente al bellissimo sito della valle dei cristalli presente a questo link: https://crystalvalley.cz

I trofei per i concorsi nazionali e internazionali nascono nelle vetrerie ceche e i lampadari, le brocche e le sculture prodotti in vetro compaiono nei film di Hollywood.

Il vetro ceco, la fama mondiale e le collaborazioni internazionali

Gli artisti professionisti hanno iniziato a collaborare con le aziende vetrarie europee e ceche già nella seconda metà del XIX secolo. Tuttavia, una nuova dimensione dell’arte vetraria è stata introdotta a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando è nata la produzione del vetro libera espressione artistica. Le tradizioni del design del vetro ceco, associate ai nomi di Jan Kotěra, Josef Hoffmann, Ludvika Smrčková, Alois Metelák, Ladislav Sutnar e Adolf Loos, sono state portate avanti con successo da decine di artisti del vetro.

Lo sviluppo del vetro da studio e del design ceco è sostenuto anche dai simposi sul vetro e dall’educazione al vetro, che non ha eguali al mondo.

Tra i nomi più rinomati è da citare sicuramente Bořek Šípek, architetto, designer e visionario, purtroppo deceduto nel 2016. Bořek Šípek ha concepito il premio Thalia, il prestigioso premio per gli artisti teatrali che viene assegnato su base annua.

Le aziende ceche, alcune segnalazioni

Senza la pretesa di voler essere esaustivi, segnaliamo alcuni nomi di aziende affermate e di fama internazionale che vengono dalla Repubblica Ceca:

Moser – azienda di Karlový Vary nata nel 1857, specializzata nella lavorazione del cristallo di altissima qualità. Ha un punto vendita anche nella via Na Příkopě in Praga 1 da almeno cinquanta anni. A Karlový Vary é presente il museo Moser.

Preciosa – azienda di Jablonec nad Nisou e Liberec, affermata in tutto il mondo, ha uno spettacolare flag ship store principale in Praga 1, Rytířská 29

Crystalex – azienda di Nový Bor, attiva da oltre 50 anni.

La vetreria Rückl di Nížbor che fornisce anche il premio Český lev (Leone ceco) destinato alla produzione cinematografica ceca su base annuale fin dal 1993 (https://www.ruckl.com/cs/cms/2/cesky-lev).

Rautis: La produzione di perle di vetro soffiato e di decorazioni natalizie con perline ha una lunga tradizione nella zona di Poniklá, sui monti Krakonoše. L’artigianato della perlatura si è conservato qui come l’ultimo posto al mondo e viene ancora tramandato nelle famiglie di generazione in generazione. La prima azienda produttrice di perle fu fondata a Poniklá già nel 1902.

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Arte Turismo

EMBRYO di David Černý: un embrione di cultura e creatività in Praga 1

In un suggestivo angolo di Praga 1, quasi nascosta, la scultura ‘Embryo’ di David Černý si attacca con audacia ad una grondaia su un edificio, proprio vicino al rinomato teatro Na zábradlí (Divadlo Na zábradlí, Anenské náměstí, Praha 1).

Questa posizione non è casuale: ‘Embryo’ non è solo un’opera d’arte che cattura l’attenzione dei passanti, ma è anche un omaggio alla storia culturale di Praga. Installata per commemorare il 50° anniversario del teatro nel 2008, la scultura crea un ponte tra l’arte visiva contemporanea e il ricco patrimonio teatrale della città.

Il teatro Na zábradlí, un pilastro della scena culturale praghese, è conosciuto per la sua programmazione innovativa e il suo spirito sperimentale.

In questo contesto, ‘Embryo’ rispecchia perfettamente l’ethos del teatro: sfidare, esplorare e stimolare. La sua presenza non è solo un’espressione artistica ma diventa un simbolo di celebrazione e riflessione sul passato, presente e futuro dell’arte e della cultura a Praga. Sulle pagine web di Černý, si specifica che „la notta emana luce, e dipende dalla vostra immaginazione da cosa vorrete vedere “.

L’opera di Černý, audace e talvolta controversa, come sappiamo dalle numerose opere che ha realizzato. Con ‘Embryo’, offre una visione dell’inizio della vita in una forma che evoca un feto umano. Di giorno, la sua struttura in plastica trasparente cattura la luce naturale in modi sorprendenti, mentre di notte si trasforma, illuminandosi per creare un’atmosfera quasi surreale. Naturalmente non sono mancate le critiche a questa opera contestando il cattivo gusto della immagine trasmessa, che non avrebbe nulla di artistico.

Da quando è stata installata nel 2008, ‘Embryo’ è diventata un punto di riferimento significativo, non solo per i cittadini di Praga ma anche per i visitatori di tutto il mondo. La sua ubicazione insolita e il design intrigante non solo attirano l’attenzione ma stimolano discussioni e interpretazioni variegate.

L’aspetto più affascinante di ‘Embryo’ è forse il modo in cui riesce a connettersi con il pubblico. Non si tratta solo di una scultura da ammirare da lontano; è un’opera d’arte che invita gli spettatori a interagire con essa, a riflettere sul significato della vita e sulla nostra esistenza. In un mondo dove l’arte contemporanea spesso sfida le convenzioni e cerca di stabilire un dialogo con il suo pubblico, ‘Embryo’ di David Černý rappresenta un esempio di come l’arte possa essere allo stesso tempo provocatoria, stimolante e profondamente significativa.

Per chiunque visiti Praga, ‘Embryo’ non è solo un’opera d’arte da vedere; è un’esperienza che invita a riflettere, a interrogarsi e, forse, a vedere il mondo da una prospettiva leggermente diversa. Sappiamo che le opere di David Černý non sono mai banali e vengono appositamente concepite per creare una discussione e suscitare anche delle critiche.