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Ledro e Boemia – una straordinaria storia di fratellanza

La Valle di Ledro è oggi un luogo incantevole e ambita meta turistica in quanto si trova in prossimità della parte a nord del Garda, tra le alpi dolomitiche, in Trentino-Alto Adige. Agli albori della Prima guerra mondiale, questa valle aveva una posizione strategica al confine tra l’Impero Austroungarico e il Regno d’Italia. Nella primavera del 1915, quando l’Italia entrò in Guerra, tutto il Trentino si trasformò in un campo di battaglia.

La valle di Ledro in inverno

La popolazione civile fu spostata frettolosamente dalla prima linea, e in questo contesto nacque il connubio tra la valle di Ledro e la regione boema, ancora oggi ricordato come esempio di integrazione e accoglienza, in un periodo molto triste della storia europea.

Il 22 maggio 1915 oltre 11 mila civili originari di questa valle furono frettolosamente evacuati per decreto delle autorità con destinazione Boemia. Possiamo solo immaginare la disperazione e la rassegnazione di queste persone, che furono costrette a lasciare tutti i propri averi, le loro abitazioni, le proprie terre.

Numerosi racconti e testimonianze ricordano queste angosce, le difficoltà iniziali ad integrarsi con una popolazione, quella boema, di lingua completamente diversa, con usi, costumi e cibi diversi. Tuttavia, in breve tempo, l’umanità e la solidarietà tra le persone, ebbero il sopravvento e consentirono una convivenza serena di queste persone fino al termine del conflitto mondiale, avvenuto nel 1918.

I comuni della valle di Ledro hanno numerosi gemellaggi con i comuni cechi che furono interessati da questo esodo. Proprio i reciproci comuni interessati, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione nel corso del 2008, che oltre a ripudiare la guerra, si propone di mantenere vivo il ricordo di quanto avvenne in quegli anni, esaltando lo spirito di accoglienza, rispetto reciproco, tolleranza e amore tra popoli che emersero da questo episodio. A tal fine, questo accordo, impegna i comuni aderenti ad un reciproco scambio culturale e istituzionale e sociale, volto a comprendersi reciprocamente e a rafforzare lo spirito di fratellanza europeo. Di seguito il recente video che ha interessato la cittá di Příbram ed i comuni del Ledro.

I comuni cechi interessati furono Buštehrad, Chynava, Doksy, Dřetovice, Nový Knin, Milin, Přibram, Ptice, Svárov, Železná,  Všeň e Stříbro. Nella Valle di Ledro, si ricordano vari comuni e le cittadine con le denominazioni che ricordano proprio questo episodio storico: Piazza Millin a Tiarno di Sopra, Via Vsen a Tiarno di Sotto, Via Chynava a Bezzecca, Piazza Novy Knin a Locca, la Casa delle Associazioni Bustehrad a Lenzumo, il Birrificio artigianale Leder, il l Parco Giochi Doksy e Via Pribam a Pieve di Ledro, per concludere con Via Ptice a Mezzolago.

Il legame storico tra il Trentino e la Boemia ha tuttavia origine ancora nel Medioevo. Nel 1337, il Principe Vescovo il Boemo Nicolò da Bruna (da Brno) chiese e ottenne da Re Giovanni di Boemia l’aquila fiammeggiante sullo scudo di san Venceslao come simbolo del Principato di Trento.

Due luoghi sono dedicati al Legionari cecoslovacchi: il sentiero loro dedicato tra Nago – Malga Zures e Doss Alto e il Sacrario militare di Castel Dante a Rovereto – legato al Museo della Guerra, che custodisce numerosi cimeli del periodo bellico – dove si trovano le salme di oltre 20.000 soldati appartenuti agli eserciti italiano, austro-ungarico e alla legione cecoslovacca.

Sempre ndella zona del Ledro, si segnala inoltre il monumento al legionario Alois Storch a Riva del Garda, la statua di San Venceslao e via Legionari cecoslovacchi ad Arco, il Monumento ai Legionari cecoslovacchi a Prabi di Arco, il Cippo a ricordo del Comune di Svarov e Ptice a valle San Felice e la targa commemorativa dei Legionari cecoslovacchi a Brentonico.

Fonti:

https://www.comune.ledro.tn.it/Territorio/Conoscere-Ledro/L-esodo-in-Boemia

Café Boheme – boemia valle di ledro 1915-1919 storia di un esodo e di unamicizia

https://www.gazzettadellevalli.it/attualita/valle-di-ledro-cartina-storica-trentino-repubblica-ceca-238711/

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Il “cimitero degli italiani” di Milovice

Il cimitero militare di Milovice

conosciuto anche come „il cimitero degli italiani“

Milovice è una cittadina che si trova a circa 50 chilometri a nord est di Praga nel bassopiano del fiume Elba.

Abitata fin dal secolo XII, questa località conobbe un rapido sviluppo in epoca moderna a partire dal 1904, quando fu costruito un campo militare per l´addestramento dell´esercito austroungarico.

Durante la I guerra mondiale, nel 1914, fu costruito un campo di prigionia (località Mladá) dove furono detenuti decine di migliaia di prigionieri di varie nazionalità.

Nella zona limitrofa al campo di prigionia, venne adibita una zona a cimitero, poiché i cimiteri civili si dimostrarono insufficienti. Nacque così un cimitero militare che fu utilizzato fino al 1945 e dove sono seppelliti i corpi di oltre 6 mila militi, dei quali 5.276 furono italiani.

La maggior parte dei connazionali, catturati come prigionieri di guerra, affluì dopo la battaglia di Caporetto avvenuta nell´autunno del 1917.

Le scarse  condizioni igienico sanitarie e la scarsa alimentazione, furono i motivi principali alla base di così tante morti, e nei momenti più bui si dovette ricorrere alla fosse comuni.

Questo è il motivo per il quale questo luogo viene ricordato come il „cimitero degli italiani“, ma gli italiani non furono gli unici. In questo luogo, infatti, sono stati sotterrati anche i corpi di 527 russi, 60 serbi, 323 militari austro ungarici (224 cechi, 49 ungheresi, 40 polacchi, 4 austriaci e 2 infermiere ceche). Il cimitero ha continuato a svolgere la sua triste funzione anche nel primo dopoguerra, fino al 1945. Pertanto si sono aggiunti i corpi di 49 soldati cechi, 61 tedeschi  e 12 russi.

Durante il periodo comunista, dal ´48 all´89, il cimitero cadde nel dimenticatoio, per essere poi nuovamente riqualificato e riportato alla sua dignità dal 1991.

Ogni anno, i primi giorni di novembre, si svolge una cerimonia commemorativa in presenza dei delegati del Ministero della Difesa ceco, dello Stato Italiano, dei rappresentanti comunali e dei cittadini di Milovice, ed è frequente la presenza di associazioni del corpo degli alpini e dei bersaglieri che rendono onore ai caduti.

Nel cimitero è presente anche un monumento ai caduti italiani oltre ad un  piccolo museo istituito nel 1996 e rinnovato nel 2022 (orario di apertura lun. sabato, dalle ore 10 alle 12:30).

Per dovere di cronaca, diverse fonti sostengono che gli italiani morirono non solo di malattie dovute alle scarse condizioni igienico sanitarie, ma anche per fame. Il campo di prigionia, infatti, era anche un campo di lavoro ed i pasti erano molto poveri con apporti calorici modestissimi. Una parte della critica sostiene che da questo punto di vista, l´Italia non fu in grado di garantire approvvigionamenti sufficienti per i propri prigionieri all´estero (pratica consentita da accordi internazionali), cosa che invece altri stati furono in grado di fare. Altre fonti sostengono che i problemi furono nell´incapacità di recapitare i rifornimenti in una terra distante e difficilmente raggiungibile. Il dato di fatto, purtroppo, è che il numero dei morti italiani fu davvero incredibilmente elevato ed oggi non resta che rendere onore alla loro memoria.

La zona del campo di prigionia, denominata Mladá, è rimasta zona militare fino al 1991. Creata ancora ai tempi dell´impero austroungarico, nel 1904, dopo l´occupazione del 1968, vide la presenza di oltre 100.000 soldati sovietici con relative famiglie. Dal 1968 al 1990, oltre alle abitazioni civili, furono costruiti un aeroporto, 44 hangar per attrezzature militari e carri armati, una stazione dei treni (si dice che ogni giorno vi fosse un treno speciale proveniente da Mosca), ospedali, asili e scuole, negozi e luoghi di svago per i militari e relativi familiari sovietici. Oggi la zona viene gradualmente riconvertita ad usi civili ed in questi anni si sta ripopolando di famiglie giovani locali. Il comune di Milovice, ha visto quintuplicare il numero degli abitanti dal 1990.